Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

Le distanze fra le due Italie di Augusto Graziani La pubblicazione della nona Relazione della Cassa per il Mezzogiorno (esercizio 1958-59), e la presentazione al Parlamento, seguita a breve distanza~ della Relazione del Presidente del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, segnano t1na tappa fondamentale nella conoscenza dell'economia meridionale. Per rendersi conto dell'importanza di questa svolta, basti pensare che fino ad oggi la politica di intervento governativo si effettuava in una regione di ct1i non si conosceva, se non presuntivamente, né il livello del reddito com1Jlessivo, né il contributo dei diversi settori alla formazione del prodotto globale, né l'ammontare degli investimenti, né, se non approssimativamente e limitatamente a talune categorie, l'ammontare dei consumi. Oggi per la prima volta, grazie alle fatiche congiunte degli stt1diosi della Cassa e dell'Istituto Centrale di Statistica, viene reso noto il bilancio economico regionale del Mezzogiorno, distinto dal resto del paes-e. La necessità di un intervento pubblico su vasta scala a favore delle regioni meridionali fu subito evidente all'indomani della' seconda guerra mondiale; ma dovevano trascorrere quindici anni per passare dal qualitativo al quantitativo, e per esprimere la realtà 1neridionale in termini sintetici di reddito, investimenti, consumi, risparmi. Diamo dunque tino sguardo al quadro che emerge da questi dati. Nell'anno 1959, il Mezzogiorno, nelle cui regioni risiede il 38 per cento della popolazione italiana, ha prodotto un reddito complessivo di 3.720 miliardi di lire circa, pari al 21,3 per cento del reddito nazionale italiano. Il reddito per abjtante nel Mezzogiorno eguaglia dunque appena il 55 per cento del reddito medio italiano per abitante. Tradotto 26 Biblioteca Gino Bianco

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