Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

un poco il contrario di ciò che lamentano i nostalgici del sistema uninominale e i critici, purtroppo anche autorevoli, della « tirannia » dei partiti: nella D.C., non è il partito che comanda, non è il partito che dà un indirizzo; ma le forze che n1uovono l'elettorato e sono spinte a indebolire il partito agendo come solo, con queste premesse, si può agire: nel senso di un t< buon governo » patema'listico con tendenze involutive che già si rivelano molto gravi e autorizzano gli organi cattolici a chiedere l'abolizione della proporzionale, la proibizione della « propaganda socialcomunista » e la spartizione preventiva dei seggi alla Camera. Tutto quello che ne viene di conseguenza, dalle singolari dichiarazioni del Cardinale Ruffini (l'intervista al « Messaggero », smentita dalla curia di Palermo, è assolutamente autentica), alle pressioni di Siri, alle irruzioni di Ottaviani fino alle minute e confuse guerriglie che i vescovi, in tutta la penisola, conducono ora' contro lo stato, le istituzioni, la civiltà laica, è nella linea di una logica coerenza alle premesse. L'appello alla base di Fanfani e il richiamo anticlerica·le di Moro sono apparsi al « sistema » come due aspetti di un'unica azione capace di modificare le cose. Ne deriva che i dorotei, apche in quanto tali, cioè riluttanti a una scelta politica, sono portati a irrigidirsi, e a rinunciare alla « copertura » che potrebbe garantire loro un indiretto collegamento almeno ideologico, con la sinistra 8 • Così le distanze tra i dorotei e i fanfaniani sono divenute enormi. Di questi ultimi (e a· maggior ragione di tutta la sinistra della D.C.) si deve dire che sono diventati più maturi e che rappresentano oramai per la· Democrazia cristiana e per la democrazia italiana una seria prospettiva: muniti più di quanto non lo fossero ieri del se11s0dello Stato, aperti ai problemi della vita moderna, informati dell'evoluzione rapida che subisce il mondo operaio, attenti ai fenomeni sociologici, guariti dai complessi di inferiorità da cui erano afflitti durante gli anni duri 8 Tipico esempio dì comportamento doroteo è stato quello offerto dall'on. Segni nel corso della recente crisi ministeriale. Egli tratta coi socialdemocratici e i repubblicani, ma cerca l'assenso sotto banco dei liberali e dei monarchici, propone un programma formulato in modo tale da riuscire inaccettabile agli altri partiti, e quando lo vede accettato lo scopre insufficiente per il proprio partito; non scoraggia i socialisti, ma chiede agli altri di scoraggiarli e, sopratutto, conduce tutta l'opera-- ztone sulla misura del credito personale, la mantiene al vertice, la contiene entro i termini di un accordo tra « galantuomini » e, alla fine, invoca il veto delle gerarchie ecclesiastiche. 21 ·Biblioteca Gino Bianco

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