Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

trasformismo alla base; la dipendenza elettorale dalle organizzazioni esterne a'l partito; la volontaria sottomissione alle gerarchie ecclesiastiche. Il fenomeno Milazzo scoppiò nelle mani di Fanfani a rivelargli cl1e il cc sistema », all'estremo limite siciliano della sua degenerazione, era a pezzi. La reazione a Milazzo fu una rea·zione del << sistema » contro la sua stessa ultima propaggine. Furono i fanfani ani che mossero i primi passi per far intervenire poi, più tardi, alla vigilia delle elezioni in Sicilia·, le gerarchie ecclesiastiche (col famoso decreto del 4 aprile). Si può ritenere cl1e questa fu l'ultima concessione che Fanfani faceva al partito, ma era una grossa concessione, senza promessa di contropartite. Prima della crisi cl1e lo portò alle dimissioni dal governo e all' abbandono della segreteria, Fanfani doveva constatare che, in virtù delle concessioni da lui fatte, il vecchio partito ritrovava fiato: con le contraddizioni tra l'orientan1ento apparente degli organi direttivi e i gruppi parlamentari, la volontà di rimanere come casta egemonica, la1 spregiudicatezza dei metodi, l'assenza di piani, l' effettiv~a sottomissione alle gerarchie ecclesiastiche, nella misura in cui sono esse che garantiscono i] mantenimento del potere. I vecchi e i nuovi « notabili », consapevoli ora d'esser t~li, e come tali di doversi difendere, si organizzarono: di qui il momento doroteo come un momento di emergenza per una classe dirigente che si è ridotta all'isolamento e che perciò è portata· a far convivere, in uno stato di attesa immobilistica, tutte le proprie componenti. Il punto debole dei dorotei sta nella necessità di non lasciare a Fanfani, e in genere alla sinistra del partito, libertà di manovra·. I dorotei no11vogliono lo scontro : a Firenze hanno preferito vincere allea11dosi con la destra ma proponendo il centro-sinistra. Essi hanno bisogno di Moro. Ma Moro è stato l'uomo che nel settembre scorso, commemorando Don Sturzo, rivendicò l'autonomia politica del partito, denunciò il pericolo delle pressioni clericali, ricordò che la D. C. è un partito popolare e antifascista:, respinse ogni tentazione di cc forme di fascismo mascherato » e accolse, nella sostanza, l'appello di Fanfani di volgersi alla base del partito sottoponendo ad essa la sort~ dei gruppi dirigenti. Quel1' appello di Fanfani aveva provocato tra: i dorotei reazioni furibonde: Piccioni teorizzò il diritto dei cc notabili » a specialissime prerogative, come uomini « che sanno quel che fanno » e lo sanno « meglio degli altri nel partito ». La definizione anticlericale del partito arrischiata da Moro portò cc L'Osservatore Romano » a una replica di inusitata vio19 Biblioteca Gino Bianco

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