' È chiaro poi che 'Piscator, comunque, è stato un artista moderno. Ad esempio, nella concezione dello « spettacolo totale » con l'inserimento del film, anticipò praticamente. la discutibile ma affascinante teoria che « si è portati a pensare i modi temporali dell'arte moderna come nati da,llo spirito della forma cinematografica e a vedere nel film la forma tipica dell'attuale tQ0mento storico, anche se non la più valida sul piano estetico ». Infatti alcune sue regie erano spregiudicati « montaggi» (è forse azzardato considerare Piscator in linea con Eisenstein più che con Meyerhold?) di varie forme di spettacolo. Nell'ambito di questa idea di teatro, Piscator scava il testo per inserirvi contenuti e mezzi che lo ricreino secondo una funzionalità storica- ~ente contemporanea. Pure i. classici seguono questo processo: Schi1',er, nella magistrale messa in scena ·dei cc Masnadieri » (la sua opera più goethiana !) è-brutalmente « degoethizzato »; niente è rispettato nella ricerca di una din·amica teatrale sempre più odierna. Mancano i contenuti, invano suscitati qa Piscator nei dram·maturghi del suo tempo e così. li inventa, violentando le opere appena adatte al suo teatro. Ma anche se la critica borghese ed il pubblico plaudono soltanto alla novità estetica dei suoi spettacoli, bisogna pur dire ch·e quel sovvertimento, a volte radicale, è il frutto di una civiltà teatrale sempre altissima; è la conseguenza delle dilanianti contraddizioni della società tedesca, inadatta in q·uel preciso momento storico a chiarificare le istanze di Piscator: piuttosto ne alimentava l'u~opia di un'epoca personale cominciata il 4 agosto 1914. E Piscator scrive: « Da questo momento il barometro sale: 13 milioni di morti> 11 milioni di mutilati, 50 milioni di soldati nelle trincee, 6 miliardi di proiettili. 50 milioni di metri cu-bi di gas». La sua utopia non è stata una reazione necessaria e inevitabile a tutto questo .orrore, alil'indifferenza del suo popolo, agli errori del suo partito? Nel '31 va in Russia per un film e poi oscuri soggiorni a Parigi e negli Stati, Uniti. Al ritorno nella Germania di Bonn - 1958 - è un sopravvissuto. In definitiva, la storia del suo grande decennio è tutta uno splendido tentativo. Ancora Pandolfi l'ha precisato con acutezza: « Ha tentato a lungo di rendere conflitti teatrali i conflitti di classe, ma li ha idealizzati genericamente sottraendoli al loro substrato concreto. Ha tentato di dare al teatro una forma attuale che corrispondesse allo sviluppo dei mezzi di produzione, adottando la tecnica moderna, senza esaminarne e scoprirne le ragioni. Ma il suo insegnamento è sempre generoso, necessario ». [E. G.] (Hanno collaborato alla Cronaca lib1·aria.·Francesco Compagna, Giuseppe Galasso,_ Luigi Giusso, Enzo Colino). j Dir. Resp.: F. Compagna• Serr. Redaz.: R. Cappa• Stampa: L'Arte Tipogr~fica, S. Biagio dei Librai 39 Napoli Spedizione in abbonamento postale, . Gruppo Ili . Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Napoli N. 1&24, 26 gennaio 1960 • Printed in ltaly .. Tutt( i diritti di proprietà letteraria ed artistica riservati. I manoscritti anche non pùbblicati non si restituiscono. \ Bibliotec Gino Bianco l ..
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