degli aclisti; t1n doroteo di sinistra come l'on. Moro, è stato eletto in Puglia· coi voti preferenziali della borghesia più retriva di Bari; un doroteo praticamente trasformista e nullista, disponibile, come si è visto, per tutte le politiche, come l' on. Segni, è stato eletto in Sardegna coi voti di una borghesia scossa dagli scorpori da lui promossi e di un sottoproletariato in parte beneficato dalle sue riforme e in parte deluso per il risultato di esse. Vi sono gli anticlericali e i clericali: quando sono di destra possono fagocitare un Andreotti, quando sono di sinistra lo sono apparentemente con più fermezza di un Fanfani e, magari, con I)iÙ coerenza di un Sullo; quando sono di centro come l'on. Cui, negano il senso stesso della collaborazione democratica di centro, esigendo che tutti i partiti « convergano » sulla D.C. subendone puramente e se1nplicemente le tendenze egemoniche di potere. Si potrebbe continuare così a lungo. Si potrebbe di.re cioè dei dorotei tutto il 1nale che da quindici anni a questa parte s'è detto della De1nocrazia. cristiana, partito composito, esposto a tutte le te11tazioni percorso da· mille umori, rifugio di ogni tra11sfuga. Non si mentirebbe ma non si direbbe tutta la verità. I dorotei, in realtà, non costituiscono un gruppo politico, incarnano, IJiuttosto, un momento politico: si vede ora con sufficiente cl1iarezza che ,. essi sono destinati a scomparire fisicamente come gruppo appena mo- .. streranno d'essere qt1alcosa. La loro importanza·, nel momento attuale, sta in questo : cl1e per il fatto stesso della loro esistenza bloccano la vita politica, fermano il respiro della nostra democra·zia. È questa la condizione della· loro sopravvivenza: non si può dire cl1e abbiano voluto il governo Tan1broni, certan1ente anzi non l'l1anno voluto, ma il governo Tambroni, nella misura in cui è considerato « amministrativo » e cc temporaneo », non si spiegherebbe senza di loro. Il pericolo che rappresentano è grave: costituendosi come somma di gruppi di potere, sono naturalmente portati a prolungare fino ai limiti del possibile uno stato di attes~ immobile; come il chirurgo che ha fermato il cuore del paziente per meglio operarlo e teme, operando, di dover constatare che la morte « provvisoria » è diventata definitiva. Non ci si può far ingannare dalle apparenze: l'on. Moro, che, come il più autorevole dei dorotei, non è veramente doroteo, può determinare domani uno strappo nella compagine dorotea, altri posso110 sacrificare NI oro in non1e di un' avve11tura inedita. La realtà di fondo è che il « 1no1nento » doroteo minaccia di prolungarsi, perfino con una: scelta di destra o di centro addirittura con una scelta di sinistra. L'analisf inll · Biblioteca Gino Bianco \
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