Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

..... ratteristiche. di comportamento dei comuni -cittadini che acquistàno titoli, è noto· che la speculazione ebbe proprio negli Stati Uniti, fra il 1925 e il 1929, _up.andamento divenuto proverbiale. Tra la fine del '24 e il 3 settembre 1929 - giorno che segnò il punto di massima fiducia degli investitori - i valori di borsa registrarono un aumento - secondo l'indice ristretto calcolato dal « New York Times » - da 134 a 452 (l'indice cadde a 224 il 13 novembre 1929 e a 58 nel giorno più basso della depressione di Borsa, 1'8 luglio del 1932; l'aumento delle quotazioni fu solo un aspetto - e forse nemmeno il più significativo - del boom; altre sue manifestazioni furono il graduale aumento degli scambi e l'abbondanza e la dubbia qualità dei nuovi titoli emessi e sottoscritti). In verità, la base « reale » per una visione ottimistica non mancava: si pensi, ad esempio, che nel decennio 1919-29 la produzion'e per addetto nelle industrie manifatturiere aumentò del· 43 per cento e che (tanto per richiamare un dato immediatamente valutabile) la produzione di automobili fu nel 1929, con 5.358.000 unità, di appena 340.000 unità inf~- riore alla produzione del 1953, un ·anno ricco per l'economia americana venuto circa un quarto di secolo dopo. Che però l'intensificarsi delle attività di borsa non potesse corrispondere, oltre un certo limite, ad una eguale espansiorie ,< reale » del sistema ~ e nemmeno ad una seria anticipazione di una sua futura espansione « reale » - dovrebbe essere apparso abbastanza evidente a tutti. Senonchè (a non parlare della folla) tutti gli americani responsabili .. con rare e non sempre coraggiose eccezioni, fecero e dissero, quasi ininterrottamente per tutta la durata del boom, come se di ciò non fosse necessario preoccuparsi, come se anzi si trattasse di un fenomeno che dovesse essere i~coraggiato o quanto meno non ostacolato. Questa situazione trova spiegazione, oltre che nell'ignoranza del pubblico e dei dirigenti, e nella pressione di potenti gruppi (che spesso si confondevano con coloro stessi a cui sarebbe spettata la responsabilità delle decisioni di politica economica) nella logica propria di un boom di borsa. Un boom di borsa o è arrestato alle prime fasi (quandò è anche difficile· diagnosticarne gli aspetti pericolosi) o nemmeno coloro che sono maggiormente . consapevoli della sua carica minacciosa trovano pit1 il momento e il modo per farlo rientrare gradatamente, come sarebbe desiderabile, o soltanto per sta- · bilizzarlo. Quando un boom è in fase avanzata, la politica anti-boom ·- se anche possibile sulla carta - diviene un'arma: così incendiaria che nessuno - nemmeno i più onesti e prudenti - ha più il coraggio di adottarla con il rischio di provocare non gli effetti ritenuti convenienti, ma il temuto crollo. Un boom di borsa è retto dall'attesa di nuovi aumenti nelle quotazioni. Poichè è nello spirito di ogni politica anti-boom rendere impossibili tali aumenti, è difficile immaginare che un boom -già in fase avanzata possa essere arrestato senza che gli succeda una caduta più o Il)eno precipitosa. · Di queste considerazioni, del resto ovvie, sulla natura di un boom di borsa· tutta la storia del Galbraith è una conferma. In relazione ad esse diviene ·àlquanto astratta la discussione intorno alla disponibilità o meno, per le autorità americane degli anni venti, degli stD-Jmenti tecnici, soprattutto di politica bancaria, atti a impedire che il boom si formasse o si concludesse in un crollo. t vero che dopo il_✓ 1929, principalmente con il Security Act del '33 121 Biblioteca G"no Bianco • I

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