tamento della ricerca rendono praticamente impossibile dar qui un quadro. dei risultati dell'indagine. È anzi uno dei meriti di questa l'aver stabilito con chiarezza che la pace sindacale (e per « pace sindacale » gli autori intendono " qualcosa di più della mera assenza di conflitto »; intendono « il prodotto di un rapporto fra due gruppi organizzati - l'impresa industriale e_ il lavoro organizzato sindacalmente - in cui entrambi coesistono, conservando ciascuno la propria sovranità istituzionale, ma lavorando insieme in ragionevole armonia, in un clima di rispetto e di fiducia reciproci », pp. 25-26) scaturisce in funzione di una serie di variabili ciascuna difficilmente o assolutamente non valutabile a priori. « L'assenza di scioperi », si nota ad es. a p. 24, ,e non è il solo criterio con cui si possano giudicare buoni i rapporti di lavoro, nè il loro occasionale insorgére è prova che questi rapporti siano cattivi ». Allo stesso modo, dalle condizioni di pace sindacale quali emergono dell'inchiesta appaiono svilupparsi valori nuovi, e non immediatamente riconoscibili o riconosciuti, di natura sociale e morale, cospiranti alla formazione di un ambiente più democratico nei rapporti d~ lavoro ed esaminati nella prima parte del volume. Rimandiamo pertanto il lettore alla diretta conoscenza dell'opera, che è altrettanto interessante nelle monografie della seconda parte, in cui affiorano particolari e dettagli di storia ,e di cronaca americana assai spesso inediti e istruttivi. Ci preme, tuttavia, segnalare un ultimo dato importante. La ricerca da cui è nato questo volume è stata avviata - come abbiamo già detto - a cura di un organismo, la « National Planning Association », avente quale proprio fine istituzionale la difesa e l'incremento dell'iniziativa privata. L'indipendenza di giudizio dimostrata dagli autori ed i rilievi che essi muovono, ogni volta che ne è il caso, a particolare criteri di politica del personale mostrano però che non siamo in presenza di una ricerca « addomesticata »; ma al contrario di fronte ad un serio ed onesto sforzo di comprension'e. E l'ottimismo che emerge da tutta la ricerca circa la possibilità di superare, nei rapporti tra sindacato e aziende, il clima di ostilità prevenuta che ne caratterizzò storicamente le prime fasi e di passare ad un « rapporto armonico, durevole, di collaborazione di natura veramente creativa » (p. 26) - se mai fosse un risultato non spontaneo del la·voro di inchiesta - conserverebbe pur sempre un suo valore quale espressione di un ideale democratico di una società in cui la vitalità dell'azione sindacale non sub-isce danno nè dal pluralismo delle organizzazioni nè dall'attenzione quasi esclusiva dedicata alla realtà dell'azienda e al progresso tecnico. anzichè alle condizioni più generali della lotta e della vita politica. [G. G.] Storia economica GA~BRAITH - Il quadro che Galbraith - in The Great Crash 1929, Londra 1955, pp. 186 - ci offre degli avvenimenti che precedettero e seguirono il « crack » di borsa americano del 1929 è colorito, come il soggetto richiede, e animato dall'acutezza un po' maligna in cui si distingue 119 Bibliot ca.Gino Bianco
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