Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

materie prime, e « lontana dai centri di grazitazione demografici ed industriali della Francia e dell'Europa », si dovranno risolvere pregiudizialmeite taluni problemi relativi alle comunicazioni e all'approvvigiona·mento, e più ' generalmente all'aménagement du territoire. Dei sei grandi progetti di sistemazione del territorio che hanno una base regionale, tre sono quelli che concernono il Mezzogiorno mediterraneo della Francia: la bonifica della piana orientale della Corsica, l'irrigazione della Bassa Valle del Rodano e del Basso Languedoc, la bonifica della pianura attraversata dal corso medio della Duranza; ma solo al secondo e al terzo di questi progetti è stato dato il via. La regione mediterranea risulta comunque al primo posto nell'ordine delle· sistemazioni regionali; e si pensa che la sistemazione idraulica possa essere « il polo di crescenza intorno al quale si potrà organizzare l'avvenire delle Francia mediterranea ,,. Sono pertanto in corso tre grandi complessi .organici di lavori pubblici: la sistemazione del Rodano per la produzione di energia; l'apertura di un canale attraverso la piana del Basso Languedoc per consentirne l'irrigazione, e quindi la riconversione parziale dalla viticoltura alr ortofrutticoltura; lo sbarramento della Duranza per irrigare la Provenza e per assicurare l'acqua a Marsiglia. . L'ultima parte della monografia di Carrère e Dugrand è appunto dedjcata alla analisi di questi progetti, delle difficoltà da superare per ç!Ondurne a termine l'esecuzione, delle prospettive di sviluppo che ne derivano, sia dal punto di vista dell'industrializzazione ( cc corridoio » del Rodano), sia dal punto di vista della espansione commerciale .(il « giardino » mediterraneo dei paesi continentali e nordici). E vi si leggono giudizi di valore come questo: i· lavori idraulici in corso cc rappresentano un'opera paragonabile soltanto alle realizzazioni americane del Tennessee o a quelle della Russia meridionale »; o giudizi politici come quest'altro: « è nell'urto fra l'energia term~ca e quella idraulica, nella lotta tra ferrovia e navigazione, nell'opposizione fra alcooJ e vino, che bisognerebbe cercare la radice della incuria dei poteri pubblici »; o ancora: « _i piccoli viticoltori preferiscono le mediocrità, assicurata dallo Statuto viticolo, ai rischi di una difficile riconversione »•. A proposito della quale è per noi particolarmente interessante la domanda che si sono posti gli autori di questa monografia sulla Francia mediterranea: se .« la -sola riconversione possibile resta ·l'ortofrutticoltura », non si corre il · rischio di sostituire, alla superproduzione di vino, la superproduzione della frutta e dei legumi? Specialmente se si tiene conto dello sviluppo che in tutto il bacino del mediterraneo (e anche nel Mezzogiorno d'Italia, naturalmente) stanno avendo le colture ortofrutticole? · . C'è evidentemente, parallelamente al problema dello sviluppo delle colture nel bacino del Mediterraneo, un problema di svi-luppo dei consumi: sia nel senso di maggiori consumi nei paesi europei (che sono raggiungibili m~diante · l'organizzazione ·delle « catene del freddo » per la conservazione dei prodotti), sia nel senso di maggiori consumi popolari (che sono conseguibili mediante la riduzione dei costi di distribuzione). Problemi dunqu·e che si pongono più o meno negli stessi termini nel nostro Mezzogiorno e nella Francia .mediterranea, perché le produzioni tipiche dell'uno e dell'.altra • 115 .Biblioteca Gino Bianco

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