politica. Poichè non sembra contestabile che in un'economia dualistica come quella italiana le forze spontanee del mercato tendono ad operare nel senso di accelerare le due spirali cumulative della ricchezza da un lato e della depressione dall'altro, è evidente che il costo di uno sviluppo equilibrato inon potrà che gravare sulla sezione sviluppata del Paese. Ma ciò non basta. Occorrerà specificare ulteriormente ~f' nell'ambito di questa sezione il costo sarà ripartito e(]uamente su tutte le categorie - siano esse organizzate in gruppi di pressione o no - ovvero se da questo gravame saranno esentati i ceti privilegiati (siano pur essi composti dalle élites dei lavoratori). In questo e non in altro consiste oggi la scelta fra una politica di centro-sinistra o di destra. Tale scelta è ancora una scelta politica: sostenere che l'austerità debba' gravare solo sui ceti più poveri in quanto i ceti privilegiati avrebbero maggior propensione al risparmio (e quindi agirebbero automaticamente nel senso di favorire comunque lo sviluppo) è un diffuso equrvoco che de1iva appunto dalle « propensioni » di cui si discorreva prima, e che dà per dimostrato come principio universalmente valido un fenomeno che tutt'al più può essere considerato ~aratteristico di una data epoca storica: l'accumulazione dei capitali necessari allo sviluppo può oggi infatti avvenire con mezzi ben diversi e non meno efficaci del risparmio dei ceti privilegiati (caratteristico del secolo scorso) pur nel rispetto delle fondamentali libertà del cittadino. Solo dopo che saranno state operate quelle che abbiamo così definite come scelte politiche fondamentali, verrà il momento per gli economisti di tradurle in concrete politiche settoriali. Non prima: la promessa contenuta nel rapporto n. 6 del Comitato Saraceno, di << continuare i propri lavori» per escogitare nuove politiche degli investimenti, dei prezzi e salariali, non può non essere messa a confronto con le poco brillanti conclusioni del rapporto n. 1, già citato, in cui si constatava l'impossibilità per il Comitato di concordare le misure da adottarsi appunto_ in materia di prezzi. La situazione sembra destinata a riprodursi puntualmente anche in futuro. Solo dopo che siano stat~ effettuate le scelte politiche fondamentali il Comitato degli economisti potrà mettersi seriamente al lavoro utilizzando la preziosa mole di documenta7.ione e di studi finora raccolti. Solo allora la traduzio_ne dello « Schema» in <e Piano» risulterà qualcosa di diverso da una affermazione piuttosto velleitaria e dilettantesca di intenzioni. Poichè, alla luce dell'esperienza fatta finora; non sembra che lo «Schema» .abbia particolari virtù 96 BibliotecaGino Bianco
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