Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

investimento da amministrare fiduciariamente con la partecipazione diretta dei rappresentanti dei lavoratori. D'altra parte dovrebbe essere assunto l'impegno di consentire la conoscenza e la coordinazione dei piani interni autofinanziati di sviluppo onde consensualmente eliminare o contenere le discordanze nei riguardi delle prospettive dello Schema da parte degli organi centrali proposti alla sua attuazione » . ,Ma la proposta della CISL fu lasciata cadere. Ciò non impediva che nello studio: cc La situazione economica italiana all'entrata in vigore del Trattato di Roma », del settembre 1958, non si elencassero i sindacati fra i gruppi di interessi cc che finora sono insufficientemente collegati a un processo di sviluppo più intenso e più equilibrato q11ale sarebbe necessario in Italia », e la cui cc azione rivendicatrice è anch'essa non conforme a una politica di più intensa formazio11e di capitale e di maggiore occupazione ». Alla luce del rifiuto dei pubblici poteri ad avviare un discorso, appare comunque pienam~nte giustificato quanto ebbe occasione di dire l'On. Pastore nel febbraio 1958: « il problema dei rapporti fra l'azione del sindacato e la politica di sviluppo sta per superare la fase dell'equivoco per raggiungere addirittura quello della slealtà. All'incertezza dominante su quanto concerne ogni e qualsiasi politica di attuazione di un programma di sviluppo fa riscontro, infatti, fervidissima ed animatissima, la discussione su q11anto dovrebbero fare i sinda.cati. Ma i sindacati democratici non si sono mai rifiutati di fare il loro dovere, non si sono mai rifiutati di discutere e di negoziare ». . . Il silenzio più completo fu mantenuto sulle possibilità di una riforma del sistema fiscale. Il rapporto n. 1, già citato, si limitava, dopo aver rilevato appunto il disaccordo -dei componenti il Comitato, ad elencare timidaménte gli strumenti che avrebbero potuto essere impiegati per una politica dei prezzi. E alla fine così concludeva: « anche l'istrume11to fiscale può probabilmente essere utilizzato, ma una posizione in proposito non può essere presa senza un maggior approfondimento ». Inutile dire che questo cc approfondimento » non venne mai. Anche in un rapporto seguente, il n. 4: cc Elementj per t1na politica del bilancio », del maggio 1958, si partiva dall'ipotesi di una immutata struttura fiscale; si accennava solo alla possibilità di sgravi fiscali nel • caso di acutizzata concorrenza estera a seguito del MEC e nel settore agricolo, notando fra l'altro: cc se come sembra plausibile gl{ alleggerimenti fiscali interesseranno l'imposizione sul movimento e lo scambio delle merci e dei servizi, essi contribuiranno anche a ql1el maggiore 94 Biblioteca Gino Bianco

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