parte delle classi dirigenti e degli stessi specialisti (se non altro come « pr,edilezione ») co11 il fatto che q11ello cl1e si chiede in realtà alla scienza economica (come alla filosofia ed alla religione) è sopratutto di servire da efficace antidoto agli ideali. E non vi è alcun dubbio, per chi scorra le pagine dei quotidiani economici e di informazione, che taluni economisti confindustriali non abbiano eccezionali capacità di evasione nonchè dagli ideali, dalla realtà stessa 4 • Ne risulterebbe, pur considerando quanto v'è di paradossale nelle affermazioni surriferite, che un'opera di rottura dei cc formali equilibri » economici tradizionali a cui alludeva il Saraceno, non può venire da un Comitato ufficiale di economisti. Ci sono questioni che appartengono alla politica e nodi che soltanto i politici possono sciogliere. Respon_sabilità della cultura democratica . laica. - Ciò detto vie11 fatto di chiedersi se il pensiero politico-economico laico di centro-sinistra abbia raggiunto il necessario grado di chiarezza appunto per quanto riguarda la capacità di concepire il processo di sviluppo in termini concreti, adeguati alla realtà di oggi, e che, pur tenendone conto, non riproduca110 acriticamente i modelli del passato, siano essi la rivoluzione industriale del secolo scorso o la pianificazione sovietica della prima metà del nostro secolo. Chi scorre la stampa di partito avrebbe seri motivi per dubitarne. Le accuse che vengono rivolte ai pochi rappre4 Si è anche fatto spiritosamente rilevare da George Stigler (la traduzione è in « Mondo Economico » del 13 febbraio 1960, pag. 22) che la maggior parte dei programmi radicali_ non è opera di economisti di professione. Perfino Carlo Max non farebbe eccezione alla regola: « la sua posizione generale si sviluppò fra il 1830 ed il 1950 e fu soltanto poco prima della redazione del Manifesto che egli iniziò un serio studio dell' economja. Questo studio influenzò molti particolari delle sue idee, indicò lacune, ma non venne abbastanza presto per far sì che egli affrontasse un problema nel modo in cui lo avrebbe affrontato un economista esperto ». In altre parole, solo l'ignoranza delle cc leggi » dell'economia avrebbe salvato Marx dal diventare un bravo economista conservatore. Del resto, anche nel caso del New-Deal, la collaborazione tra F. D. Roosevelt ed il suo brain-trust di economisti fu molto meno completa di quanto correntemente si creda. Alcuni provvedimenti, ad esempio in materia di politica agraria, furono esplicitamente e generalmente criticati come errori economici. A distanza di tempo, si può certamente affermare che essi comunque servirono allo scopo, anche se, forse, si sarebbe potuto far meglio. Ma, come è noto, il meglio è spesso nemico del bene. 88 BibliotecaGino Bianco
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