Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

guerra mondiale, la necessità di fomire efficaci aiuti economici ai Pa·esi più colpiti dalla guerra ed alle aree depresse. Mentre la mentalità economica convenzionale si rifà a quel corpo unitario di dottrine che si usa definire scienza economica, non meno universalmente accettato, per quanto sempre più spesso contraddetto dalla realtà, i nuovi modelli non costituiscono affatto una teoria generale e, se si vuole, non sono ancora andati al di là di un troppo breve, se pur positivo collaudo iniziale dei fatti. Peraltro, qua'si tutti i modelli finora proposti o sperimentati trovano il loro centro di gravità e la loro forza di convinzione in un approfondimento del tutto spregiudicato di taluni fenomeni economici (risparmio, consumo, investimento, produzione ecc.) analizzati singolarmente o nei loro rapporti di integrazione, o, in altre parole, in una intuizione non convenzionale posta come ipotesi di lavoro da parte di economisti che, per il resto possono anche rimanere legati agli schemi tradizionali. Nello Schema Vanoni, viceversa, mancò questo centro di gravità non convenzionale (tale non pt1ò essere considerato l'ovvio tentativo di conciliare punti di vista opposti senza riuscire a superarli) mentre prevalse la preocct1pazione di non creare scandalo col mancare di rispetto ai tabù della mentalità convenzionale. I compilatori dello Schema, doct1mento politico prima ancora che economico, vollero probabilmente assic't1rarsi quella maggioranza di consensi senza di cui non si sarebbe nemme110 potuto sperare di avviare a soluzione il problema, lasciando esplicitamente ad un prossimo futuro l'indicazione delle cc specifiche oolitiche » necessarie a tradurre lo Schema in azione. Senonchè la voluta cc net1tralità » del ragionamento fu spinta troppo oltre, e ne rist1ltò un documento ·privo di vitalità propria. A distanza di cinque anni, il rapporto relativo alla cc riconsiderazione dello Schema Vanoni » non può che ripetere ancora una volta che il Comitato si riserva di contint1are i suoi lavori a proposito di cc nuove politiche degli investimenti, dei prezzi e dei salari » . Senonchè, nel frattempo, l'opinione pubblica italiana e straniera è divenuta molto scettica ed impaziente e non crede più che senza coraggio si possano fare delle scelte 2 • 2 Basterà ricordare la secca critica dell' « Economist » del 12 settembre 1959 al rapporto intitolato « Riconsiderazione dello Schema Vanoni ». L'autorevolissima Rivista si esprimeva così: « Lo Schema Vanoni raccomandava allo Stato di non entrare in concorrenza con l'industria privata in fatto di investimenti... ciò è stato 84 Biblioteca Gino Bianco

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