Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

delle alleanze. Nemmeno la sinistra democristiana poteva chiaramente ammettere, però, che il « programma del 25 maggio» (la cui paternità fanfaniana veniva d'altronde polemicamente contestata da quanti la rivendicavano all'intero partito) fosse lo stesso che, al momento in cui venne lanciato pur sotto l'abile ed aggiornata regia di Franco Maria Malfatti, fece dire a· qualche disincantato osservatore che, più che aspirare ad un progresso senza avventure esso sembrava in realtà voler materializzare un'altra antica aspirazione nostrana, quella di salvare capra e cavoli, il tutto all'insegna di un interclassismo di comodo. Nòn sarebbe quindi riuscito troppo difficile a chiunque di provare una approssimativa fedeltà ad un tale programma-carrozzone. Era quindi inevitabile che dalla schennaglia intorno alla paternità del « programma » si passasse ad un richiamo allo Schema. Comunque fu. proprio l'On. Segni, nell'aprile del 1959, a richiedere al Comitato Saraceno il rapporto che porta il numero 6 della serie, e che è ormai famoso in Italia ed all'estero come « riconsiderazione dello Schema Va .. noni,,. Non si può del tutto escludere che l'autorevole leader democristiano, sicuro dell'appoggio obbligato a destra, volesse coprirsi a sinistra e lanciare una frecciata al suo dinamko predecessore accusandolo in fondo di scarsa conclusività 1 . 1 Giustizia vuole che si riconosca all'On. Segni il merito di aver insediato, il 13 dicembre del 1956, lo stesso Comitato Saraceno, con un centratissimo discorso in cui fra l'altro si affermava: « se l'andamento della congiuntura si è negli ultimi anni sostituito all'azione propulsiva prevista per la prima fase del programma, occorre guardarsi dal considerare questa surrogazione come sufficiente ad ottenere uno sviluppo del tipo delineato dallo Schema ... basti ricordare in proposito la mancata localizzazione degli investimenti industriali rispetto al ruolo che essi avrebbero dovuto svolgere nello sviluppo del Paese; il notevole livello raggiunto dagli investimenti capaci di stimolare la produttività ed il minor livello di quelli déstinati all'incremento dell'occupazione, il maggior aumento dei redditi non da lavoro rispetto a quelli da lavoro, ed infine, la sperequazione della distribuzione del reddito, in parte conseguente a quanto già rilevato » • Analisi, questa, che ancor oggi mantiene pi~na validità. Senonchè, l'On. Segni andava ancora più in là quando così si esprimeva: « il primo (problema di cui il Comitato dovrà occuparsi) si ricollega alla programmazione quadriennale in riferimento alla linea direttrice di sviluppo del Mezzogiorno. :E: necessario a questo proposito pervenire alla precisazione degli obiettivi che possiamo prefiggerci in tale termine ravvicinato. Vorrei che pertanto Voi portaste il vostro esame sulle prospettive di sviluppo dei principali settori industriali nei prossimi anni, con il compito di individuare in quale di essi, e per quale dimensione, sia possibile prospettare una conveniente localizzazione territoriale nel Sud ». Secondo problema, il coordinamento dei piani di sviluppo regionali: e si 80 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==