Televisione contro radio ? Nel numero di marzo di «Fortune» c'è una réclame che mostra una giovane coppia in costume da bagno mentre segue, stando in atteggiamento confidenziale su un materassino di gomma galleggiante in 1nare, un programma trasmesso da un minuscolo televisore portatile. Con questo apparecchio a transistors, dice il commento pubblicitario, la televisione « si libera » dall'energia elettrica, e può essere vista ovunque, in qualsiasi situazione. · Così la televisione conquista il residuo spazio tecnico rimasto alla radio, quello spazio che si era riempito di milioni di radioline onnipresenti. Se ne deve dedurre che la sorte della radio, dopo meno di quaranta anni di vita, è segnata? Molti lo avevano affermato sin da quando la televisione era in fase sperimentale: anzi, la profezia era cl1e questo ultimo strumento di comunicazione di massa avrebbe espulso o ridotto ai minimi termini tutti gli altri. Ma la previsione non era condivisa dagli esperti: Sir William Haley, per molti anni direttore della BBC, ed ora del « Times », già nel 1949 si diceva convinto che dopo un paio d'anni di entusiasmo per la televisione il pubblico avrebbe cercato e trovato un eqt1ilibrio tra l'interesse per il nuovo mezzo e quello per la radio, e, più in generale, per tutti gli altri mezzi di comunicazione, antichi e moderni. Che cosa indicano le cifre degli abbonamenti? In Inghilterra, dove c'è, come da noi, un canone (i programmi televisivi della ITA si aggiungono gratuitamente a quelli della BBC), la curva degli abbonamenti alla radio è scesa dai quasi 12 milioni del 1950 ai 5 milioni e mezzo del 1959. Ma gli abbonamenti cumulativi alla televisione e alla radio hanno toccato ormai i 9 milio11i e mezzo. L'equilibrio che prevedeva Haley non è propriamente confermato, ma non è affatto escluso dalle cifre. L'annuario 1960 della BBC crede anzi di poter affermare che nell'ultimo anno oltre 20 milioni di persone hanno ascoltato regolarmente la radio in qualche momento della giornata. In Italia la situazione è un po' diversa. Gli abbonamenti alla televisione aumentano, naturalmente: alla fìnè del 1959 erano 1.600.000, e per la fine dell'anno corrente la relazione dell'Amministratore delegato ·della RAI, ing. Rodinò, prevede che raggiungeranno i due milioni. Ma gli abbonamenti alla sola radio non sono precipitati come in Inghilterra: dalla fine del '57 ad oggi sono passati da 6.700.000 a 6.000.000 e, sempre secondo Rodinò, non si prevedono sensibili cali nel corso di quest'anno. Anche i proventi della pubblicità radiofonica, nonostante il rapido aumento di quelli della pubblicità televisiva, non hanno subìto dimi- _nuzioni: al contrario, sono leggermente ma costantemente aumentati. Le cifre non confermano, dunque, r espulsione della radio: però in questa materia esse hanno un valore indicativo piuttosto limitato. Un confronto tra radio e televisione va cercato su altri piani. Il. primo 75 Biblioteca Gino Bianco
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