Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

della saggezza locale si rivela così un alibj che nasconde la timidezza politica, la debolezza morale e la pigrizia intellettuale di chi se ne serve e, pudicamente celato, trasmette l'atteggiamento che lo informa. L'amore del vicolo paventa il piano regolatore; l'amore per la città come è significa odio per come dovrebbe essere e in nome del folklore ·ci si concilia con la ingiustizia sociale. È come guardare al Mezzogiorno d'Italia pitagorico e platonico, o alla Lucania immobile in un pianto rituale, git1stifìcando come naturale e quindi necessaria la loro reale condizione di bisogni. È come stupire per la solidità della cc civiltà contadina », neutralizzando con lo stupore la coscienza politica: è un tratto -tipico della irresponsabilità umanistica. La· letteratura filtra la realtà per i deboli e si pone al servizio dei fraudolenti come oppio comunale. Non ci sembra dunque inopportuno invitare la parte migliore degli intellettuali napoletani ad affermare i] loro diritto morale, affro11tando, accanto alla problematica di respiro europeo cl1e giustamente li attrae, i problemi della cultura locale che sono al tempo stesso problemi di natura politica. Speriamo dunque che l'apertura ad un più vasto oriz- ·zonte non costituisca l'alibi per l'indifferenza. ANTONIO VITIELLO La Facoltà di Ingegneria e il progresso scientifico Il decreto ministeriale col quale si è riformata la scuola d'ingegneria in Italia ha posto fine ad uno stato di cose che non tollerava più, ormai, indugi o rinvii. E tuttavia se esso ha rimarginato una piaga che più grave non poteva darsi nel corpo già tanto malato dell'Università italiana, non l1a però consentito l'attenuazione di altre ed altrettanto gravi situazioni. Va subito precisato cl1e questo riordinamento strutturale non prevedeva, nè poteva prevedere, un'altrettanta radicale trasformazio~e dell'organizzazione della scuola. Esso, dunque, risponde a precise esigenze di rinnovamento del vecchio ordine. L'orizzonte scientifico si è paurosamente dilatato 11egliultimi anni; e laddove un tempo lo spirito di sacrificio, la volontà di pochi ingegni bastavano a rendere viva la ricerca scientifica, oggi a malapena vi riescono gli sforzi massicci e concorrenti dello Stato e della collaborazione scientifica. Tale radicale mutamento nella ricerca tradizionale ha determinato, insiem•e ad altri fattori, di cui alcuni di natura squisitamente sociale, t1na uguale esigenza di trasformazione nella classica organizzazione della scuola. Si pensi alrimportanza assunta da taluni settori della tecnica che solo qualche anno fa erano allo stato di embrione: elettronica, -ingegneria nucleare, ecc. Di tutto questo meraviglioso sviluppo, che per la prima volta vede la partecipazione attonita dell'opinione pubblica, l'Università italiana, salvo in certi limiti i Politecnici di Torino e Milano, è rimasta ai margini. Le scuole meridionali d'ingegneria hanno seguito la sorte comune ed in esse talune mende si sono esasperate, raggiungendo un grado di acutezza estremo. .Alcune di esse rivelano i difetti ... Biblioteca Gi o Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==