Lo stand in questione è in struttura di legno prefabbricata, rettangolare, ricoperto all'esterno di enormi pannelli recanti fotografie (la cui cc sigla » ricorda molto da vicino l'illustrazione della vittoriniana Conversazione in Sicilia) e immagini dèlla miseria meridionale, nonchè poesie di autori più o meno noti e celebrati. Ora, se può apparire dis cutibile il fatto di dar a leggere al grosso pubblico versi francamente, b rutti o d't1n emblematicismo deteriore, risulta, d'altro· canto, per lo meno assurda la reazione di alcuni, onesti conterranei padani, che hann o visto nelle foto suddette un' cc offesa » recata ai danni della manifestazione milanese cc dalla burocrazia romana » (Dio mio, che suscettibilità!), una « nota estremamente stonata » nel complesso cc imponente e armonioso » di realizzazioni, trovante la propria esaltazione negli altri settori fieristici. Si è arrivati a scrivere che « la Cassa del Mezzogiorno ha ottenuto 1?er sè una cospicua area e l'ha trasformata in una specie di museo degli orrori a beneficio dei quattro milio11ie più di visitatori (il 30%dei quali sicuramente stranieri) che nelle due settimane di Fiera vi passeranno davanti » ( cfr. cc Corriere lon1bardo », 12-13 aprile 1960). Ma, il giornalista, tanto zelante del buon nome della capitale morale d 'Italia, esprime, poi, giudiz1 talmente superficiali da far dubitare che, lui, il naso, all'interno del padiglione dei Dracula governativi, l'abbia effettivamente messo. E, all'interno, v'è l'altra faccia della medaglia, la partita attiva degli interventi dello Stato nel Sud. Il lodevole progetto di portare, nelle forme suddette, l'opera de lla Cassa alla XXXVIII edizione della Fiera si deve attribuire al poeta-ingegnere Leonardo Sinisgalli, mentre alla << tradt1zione » grafica e bozzettistica delle informazioni e delle notizie più significative hanno co ncorso, a seconda delle competenze, i tecnici e gli uffici stampa dei va ri Enti di Riforma: dei quali, criteri d'impostazione della questione merid ionale ci sono sembrati parecchio criticabili. Quell'insistere oltremodo sullo scontato fattore turistico-archeologico (roba, eventualmente, da a genzie di viaggi), sugli abusati aspetti folcloristici, sulle fruste note di c ostume delle regioni del nostro Mezzogiorno lascia perplessi e s'inserisce , terribilmente male, nel rimanente contesto di dati concreti ed attuali. I noltre, viene sbandierata, ancora una volta, l'indigena civiltà contadina, su cui un'intiera generazione di nebulosi dottorelli allevati alla SPES s 'è esercitata in articoli illegibili e in volumi senza senso nè 11esso.Ripor tare, a caratteri vistosi, frasi piuttosto banali, ammantate d'intellettualismo (un esempio: « Andare verso il Sud è stato sempre un atto di autoscoperta - sic!-, t1n percorrere a ritroso, attraverso le antiche pietre, le proprie esperienze »), non significa nulla; al massimo, serve a mettere in risalto, nella loro piena validità, le attigue riflessioni d'un Cavour, d'un de Viti de Marco, d'un Giustino Fortunato. Quanto agli operatori economici, è opinione abbastanza diffusa che non siano, particolarmente, attirat i dalla cosiddetta poesia delle cose, dalla prosa d'arte di gusto, in genere , « impressionistico ». Passando alla parte propriamente illustrativa, è giusto sottolinearne l'efficacia e il calibrato dosaggio, in maniera che vengono ad essere, 67 Bibliot · ca Gino Bian.co
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