Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

dell'ambiente operaio, Cassala l1a dato uno dei pochissimi romanzi non populisti della letteratura ispirata agli umili; non .solo ma ha anche dimostrato che è possibile fare del romanzo una testin1onianza obiettiva, 110ncorrotta dalla tesi, ma anzi, proprio perchè varia e autentica, portatrice di qt1el senso della storia che tanto raramente compare nei nostri scrittori giovani. I11tal senso il maturare della coscienza nel Vendicatore e nella s11aragazza - una delle indimenticabili figure di donne di Cassala e di tt1tta la narrativa del dopoguerra - coi11cide con quella decantazione delle passioni che ha caratterizzato la storia di questo quindicennio; nulla è casuale in questo fitto romanzo ma 1111llaè passivamente mt1tuato dalla realtà: personaggi, situazioni - si vedano ad esempio la trista ma ferma condanna implicita nel comportamento dei comunisti che sacrificano l'ingenuo 1nilitante senza porgergli aiuto do1Jo esserse11e serviti, la drammatica figt1ra di prete collaborazionista che compare appena di scorcio ma basta a dare il clima di una stagione, l'operaio a11todidatta e piccolo borghese - il paesaggio stesso, si fondono in ltna narrazione cl1e sembra decisamente passata dal momento lirico del Taglio del bosco a quello impegno nel romanzo che era già prefigurato nella breve ma· completa storia de Il Soldato. · · Sono d11eprove, queste di Calvino e di Cassala che offrono nuova speranza a cl1i si ostina ad aver fede nel romanzo al di là e al di sopra di quegli artifici della letteratura cl1e sembrano oggi avere il loro grande momento. N è manca la riprova politica per così dire: non a caso infatti sia Il cavaliere inesistente che La ragazza di Bube sono stati stroncati dalla critica marxista ortodossa: q11ella critica, per intenderci, che appe11a pochi anni fa p11ntava su Calvino e su Cassala come su due dei pochissìmi scrittori veri del nostro Paese. Oggi che essi si so110liberati da quella ipoteca, il giudizio critico è mutato: t1na prova - se ce ne fosse bisogno - che c'è in loro qualcosa che vale e che il romanzo per nostra fortuna può di nt1ovo contare su scrittori che sanno intendere il senso della storia recente senza schemi preconcetti e senza antistoriche obbedienze ai canoni di poetiche imposte. ALBERTO SENSINI La «Cassa» in Fiera A dieci anni dalla legge istitutiva, la Cassa per il Mezzogiorno s'è l)resentata per la prima volta alla Fiera di Milano, con il suo bravo padiglione, impiantato ed allestito nel bel mezzo dell'affollatissimo Viale _ dell'Industria. Cauti e un tantino diffidenti - come sempre càpita di essere verso le « mostre ufficiali » - siamo andati a visitare quello clie taluni cronisti, prevenuti quanto frettolosi, avevano senz'altro definito il « mostro » della più importante rassegna commerciale italiana. Ebbene, quali le nostre impressioni? Tutto sommato, non negative, anche se non mancano le ragioni per critiche e riserve. 66 Biblioteca Gino Bianco

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