Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

- labora11do al raggiungime11to di quei fì11iche essa si propone. Atteggiamento che, presente in maniera spiccata nel protestantesimo, non può dirsi c11ema11chi del tutto tra i cattolici; se in Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, questa potenzialità è rimasta sempre latente, la causa non è tanto nei princìpi quanto in certe condizioni materiali che ne rendevano e ne rendono estremamente difficile l'efficacia. In una società come quella meridionale ogni pur minimo profitto conseguito da altri è considerato una diminuzione di quella somma di vantaggi, esigua, che potrebbero pervenire alla propria famiglia. Carità e giustizia sono sovente un lusso che nessuno può permettersi. La norma etica - conclude Banfield - si esaurisce nella prescrizione di doveri familiari Queste osservazioni, che hanno un loro indiscutibile fondamento, . più che un giudizio sull' amoralità dei contadini, possono assumersi come u11criterio generale per identificare i termini del rapporto individuo-società. Ma affermare, come fa l'A., che nel contadino la resistenza al male è motivata esclusivamente dal timore della legge o della pubblica opinione, e non già dalla coscienza o dalla paura di una punizione ultraterrena, è una generalizzazione scarsamente credibile, un giudizio che può capirsi soltanto in funzione di una visione dettata da un pessimismo di natura moralistica e, in quanto tale, tipicamente protestante. Più prof onda, invece, la riflessione sulle conseguenze dell' cc amor al f amilism » nei confronti dell'intera struttura sociale: in diciassette pu11ti l' A. si sforza di riassumere gli aspetti più preoccupanti che presentano oggi le comunità contadine mosse ancora ed esclusivamente dal criterio di « interesse ». Premesso che in un simile ambiente l'interesse alla comune prosperità è ammissibile solo ove coincida con quello personale e familiare, ne consegue che le sorti della comunità, i suoi problemi, restino affidati ai funzionari, agli impiegati, insomma a coloro che sono pagati per farlo. Su costoro i membri del gruppo non esercitano alcun controllo; e non tanto per una loro dichiarata incompetenza tecnica, ma piuttosto per indifferenza e disinteresse: si ritiene che il controllo e la eventuale sanzione siano competenza di altri funzionari di grado . supenore. Molto difficile che in una siffatta società possa sorgere e mantenersi una qualsiasi forma di organizzazione; giacchè - come osserva l' A. - mancano i motivi etici della fiducia reciproca, della lealtà e del sacrificio per l'organizzazione. D'altra parte, ogni iniziativa che non 53 Biblioteca Gino Bian.co

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