tomauro add~tare ad esempio la famiglia contadina del Mezzogiorno; ma ·in realtà neanche il loro calcolato entusic1:smo riesce a ignorare i gravi limiti di una concezione dei rapporti familiari come quella radicata nelle campagne meridionali e degli assurdi doveri ad essi collegati. L'assenza di raparti diretti riduce la vita sociale a un incontro - spesso uno scontro - di gruppi preoccupati soltanto di un'affermazione, di un vantaggio minimo, purchè immediato e tangibile. Adulterio, carcere, sterilità, impotenza, aborto, mancanza di corredo sono tutti accidenti posti sullo stesso piano: disgrazie individuali che ledono l'onore della famiglia colpendone tutti i componenti. Qui - come osserva Mass - perfino i precetti religiosi, il risp,etto per la Chiesa ed i suoi ministri sono accettati e professati solo ove non contrastino la vita familiare. D! altra parte, tanto sul piano affettivo q11anto st1 quello della collaborazione e dell'assistenza reciproca, i legami sono rigorosamente limitati al nucleo primario: genitori e figli; ognuno che sia al di fuori di questo gruppo, istintivamente, è co·nsiderato un potenziale avversario 70 • Il capofamiglia è qt1indi costretto a contare soltanto sulle sue forze. , Anche l'intervento della divinità è qualcosa di imponderabile; la religione, è vero, è soprattutto un mezzo, per allontanare la calamità, ma l'intervento delle forze soprannaturali si manifesta con un arbitrio cl1e prescinde dalla condotta dell'uomo, dal suo retto operare ed ignora i concetti di ricompensa e di castigo: cc Dio è come la fortuna, e se la fortuna potesse guidarsi già non sarebbe più fortuna» 71 • Mentre non si può non avanzare qt1alche riserva su q11esto giudizio, esso ci riporta al discorso di prima, alla mancata penetrazione del cattolicesimo 11elle · nostre campagne; l'atteggiamento denunciato da Banfield è un'11lteriore conferma di qu~nto obiettava1no al Lacalamita: una profonda e cosciente religiosità avrebbe forse favorito Io sviluppo civile della comu- · nità; la disgregazione attuale, le sue origini remote, sono imputabili, tra l'altro, a questa incapacità di rivivere e di rendere operanti i princìpi universali del cristianesimo. Studiando i rapporti tra etica protestante e origini del capitalismo 72 , Max Weber insisteva sulla ft1nzione sociale e sui valori costruttivi dell'ideologia calvinista, che in ogni attività di natura sociale vede un mezzo per avvicinarsi alla Divinità col10 BANFIELD, op. cit., pag. 46. 71 Ibidem, pag. 114. 72 The Protestant ethic and the Rise of Capitalism (Londra, 1930). 52 Bibli-oteca Gino Bianco
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