• stesso tempo, maturità di una società esemplare, nella quale valori « u1nani » e « civili >> si componevano in un quadro mirabile; invenzione, codesta, che sta tra poesia e storia, e che purtroppo .non riesce a partecipare di alcuna delle due: una banalità come tante, uno dei tanti « luoghi » della più vieta letteratura estetizzante. Anche in queste pagine, naturalmente, la cc settentrionalizzazione » è vista come l'elemento disgregatore, l'attentato ad un portentoso e ineffabile sistema morale, che, se pure in fase evolutiva, custodisce intatti i suoi « valori » fondamentali: « •• .involuta e disgregata la civiltà contadina conserva la sua natura storica, il suo potenziale umano particolare. Essa è la civiltà '' naturale '' in cui, assopita e asfittica, si conserva la natura umana nei suoi elementi essenziali. Essa è ancora oggi la statica civiltà dell'essere, messa in crisi dalla sua incapacità a svilupparsi, a legarsi alla storia, a sviluppare il suo essere nella storia e nel ,divenire storico, a esistere storicamente » 45 • Tra i « valori » fondamentali, quello della famiglia è certamente il più significativo : la fan1iglia cc intesa nella sua dimensione e nel suo significato cristiano ... »; la famiglia come la più cc naturale » fra tutte le possibili società umane, cc quella che maggiormente sollecita la sua umanità, quella che vive esse11zialmente di rapporti umani tra i suoi componenti e che si disgrega invece se quei rapporti diventano formali o puramente materiali ». Essa - conclude gravemente il Nostro - cc è ancorata vitalmente alla umanità della vita, pena la sua esistenza stessa» 46. •Ma se la famiglia ha un ruolo primario nella struttura della società meridionale, quest'ultima conosce però altre istituzioni cc informali », tra le quali il vicinato, e cioè la comunità -di famiglie, fondata sull' esig,enza naturale di socialità; poichè -. inutile dirlo - « il mondo contadino ignora la solitudine e il silenzio delle gra·ndi città. Esso è radicato nella vita sociale con tutte le sue forze, tanto più quanto meno è capace di vita individuale » 47 • 45 Op. cit., pag. 132. 46 Cfr. in part. pag. 75. 47 « Ogni aggregato naturale - osserva MusATTI (op. cit., pag. 125) - anche il più rozzo e primitivo, ha un suo centro individuabile: intorno ad esso si è organizzata istintivamente la vita della comunità del vicinato, del gruppo. Si tratta, spesso, di una presenza labile, quasi di un simbolo; ma nel suo raggio i vincoli si 39 Biblioteca Gino Bianco
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