La cc civiltà contadina » sarebbe dunque nata cc in una società il cui sviluppo non era ancora giunto alla conquista dell'autonomia del si~golo individuo » 36 , il quale, infatti, può dirsi autonomo soltanto quando abbia conquistato la coscienza e l't1so delle sue facoltà r azionali, cc quando diventa capace di riflettere su se stesso e sulla realtà che Io circonda in modo obiettivo, quando diventa capace di filosofia, di scienza, di tecnica ragionata » 37 • Se questo livello non è ancora raggiunto, al singolo individuo si sostituiscono gruppi umani più o men o vasti, che vanno dal clan alla famiglia patriarcale. Ora - osserva il Lacalamita - una determinata società è vicina a raggiungere l'autonomia individuale nella misura in cui il gruppo che funge da cc individuo sociale » si presenta se1npre più ristretto 38 • Da questo punto di vista, la società contadina, fondata sulla famiglia cc monogamica e indissolubile di tipo cristiano » - la più piccola società che ci sia dato conoscere -, può dirsi in una condizione di privilegio, almeno rispetto a tutte le altre società che non hanno ancora assunto l'individuo a prota gonista dei loro rapporti economici ed etici. In una civiltà siffatta cc il singolo individuo conosce uno sviluppo quanto mai limitato, tende a confondersi nella uniformità dei suoi simili e difficilmente riesce a svjluppare una sua propria psicologia ; ...considerandosi ''parte" dell'individuo reale, la famiglia, ... egli acquista capacità autonoma di decisioni soltanto con l'intera famiglia. Solo è sperduto, indeciso, incapace di orientarsi e di decidere con sicure zza » 39 • Considerazioni, codeste, che non possono non trovarci consenzie nti, ma che, viste nel loro vero significato, servono proprio ad invali dare le proposizioni di chi le ha enunciate, per cui l'autonomia e la libertà . dell'individuo si manifesterebbero in proporzione inversa all'e siguità di struttura dei nuclei sociali: un principio che come tanti altri a ffermati da Lacalamita e dai suoi amici, astrae da valutazioni storiche, c oncrete, per disporsi in u11a dimensione ancora una volta definita « universale » o cc universalmente valida ». In realtà, lasciando da parte innumerevoli esempi di strutture o di aggregati ( cc individui sociali », come preferisce il Lacalamita) di una certa ampiezza, e che tuttavia hanno lasciato all'individuo mo lta più 36 Ibidem, pag. 16. 37 Vedi, nello stesso senso, SANTOMAURO, op. cit., pag. 68. 3 8 Così anche SANTOMAURO, ibidem. 3 9 LAcALAMITA, op. cit., pag. 16. 35 Bibliote·ca Gino Bianco
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