Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

congresso repubblicano di Bologna,. ove tutti hanno inteso che l'esito del congresso era, strumentalmente, decisivo al fine di sbloccare la situazione politica, nel senso ~he la vittoria di La Malfa. avrebbe aperto la· via al tentativo di centro-sinistra, e quella di Pacciardi l'avrebbe cl1iusa in modo definitivo; e ove tutti l1anno visto, dunque, che la pre- . senza di una forza di sinistra laica', sia pure spaccata e riss_osa come il Partito Repubblicano, sarebbe stata non solo utile ma determinante nella fase di sviluppo politico che viviamo. Vale, egualmente, l'affermazione (o I~ speranza) che forze di élite, culturale, operaia, tecnica, burocratica, di ceto medio professionistico e para-professionistico, piccoli gruppi di cittadini che non hanno interessi precostituiti da difendere e non hanno posizioni economiche da tutelare attraverso l'azione politica, possono ancora intendere, ·malgrado tutto, la opportunità di rafforzare politicamente ed elettoralmente la sinistra democratica laica . . . Perchè ciò possa in qualche modo avverarsi~ c'è da risolvere, anzitutto, il problema· dei rapporti con la socialdemocrazia, poichè il PSDI, distinto dal PSI, copre elettoralmente buona parte dello spazio idealmente riservato ad una formazione di sinistra democratica, più piccola, dotata di minori mezzi, di nessu11 aggancio internazionale, di scarsissime tradizioni popolari. E in secondo luogo, la considerazione fondamentale da fare è che nella situazione istituzionalmente subordinata e storicamente critica in cui i « liberali » si trovano, niente può essere lasciato al caso o agli altri, .e tutto dipende strettamente dalla capa·cità politica, dalla sagacia delle intuizioni, dalla giustezza delrazione concreta di cui essi saranno capaci: da quelle doti, cioè, ciìe si richiedono alle altre formazioni per avere successo, per vincere, non per sopravvivere. Se alle condizioni obietive cl1e le pongono in difficoltà si aggiungono ancora i loro errori soggettivi, non credo ci possa essere alcun dubbio che il processo di decomposizione delle forze cc liberali », in corso ormai da quindici anni, arriverà rapidissimamente alla fine: scadenza, per essere chiari, le prossime elezioni politiche. · Ora, sia per l'uno che per l'a·ltro rispetto, i « liberali » hanno finora gravementé peccato. Dove sta, dove è stato, il loro partito? Quale azione politica ha svolto? Basta domandarselo per avere la sensazione degli enormi errori compiuti in passato e delle stra·de che occorre battere in futuro, se si crede che si possa salvare il salvabile e accrescere poi il salvato·. In effetti, il solo elenco dei fallimenti che si è fatto all'inizio 12 Biblioteca Gino Bianco

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