Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

- cati dalla Bassi, e tra questi l'incisore Filippo Morghen, la patrizia veneziana Contarina Barbarigo, lo scultore Giuseppe Sammartini, il marchese di Berio, il paesaggist-a Pierre J acques Volaire; di altri, invece, sarebbe desiderabile sapere di più: così, ad esempio, dello scultore d'Oriaque, dell'abate Corazza, di Madame Colos, di Andrea Gaspare Hine, etc. Nella visita accurata ed entusiasta dell'artista non potevano essere tralasciati i più celebri dintorni della città: da quelli più distanti, come Salerno (p. 90), Pesto (p. 90), Caserta, dove la splendida mole vanvitelliana era ormai compiuta quasi del tutto (p. 98); a quelli immediati, Pozzuoli, Baia e i Flegrei (p. 96), il Vesuvio, e, ai piedi di questo, Pompei (p. 89 e p. 91) ed Ercolano (p. 95). Abbiamo ricordato per ultime queste due città romane, perchè la scoperta e gli scavi di esse meriterebbero un lungo e particolare discorso in rapporto al neoclassicismo; ma non possiamo non far cenno del particolare compito e significato che esse ebbero nella cultura dell'epoca, quale elemento catalizzante tra ideali propugnati e opere concrete. Le antichità di Pompei ed Ercolano (indicate col nome di quest'ultima, che fu scoperta per prima), man mano che venivano alla luce e si diffondevano in Europa nelle incisioni e nelle riproduzioni - malgrado il ritardo dovuto alle gelosie delle autorità locali - contribuirono assai fortemente alla determinazione di quel gusto neoclassico che informò di sè tutta la produzione artistica della fine del Settecento e del primo Ottocento. È vero che, come il Praz ha indicato, il sistema ideale del neoclassicismo non sorse improvvisamente dagli scavi di Ercolano, come piacerebbe a taluni storici, ma ebbe origine ben più complesse; ma è pur vero che lo studio dei modelli archeologici provenienti da Ercolano e Pompei, e la fondazione dell'Accademia Ercolanese da parte di Carlo di Borbone (1753), ebbero una enorme importanza nello sviluppo dell'arte e dell''architettura napoletana di questi anni. Mentre rimandiamo alla lettura dei quaderni per l'esperienza diretta della prosa canoviana, e per le notizie relative alle altre città ove l'artista fece tappa nel suo viaggio (Bologna, Firenze, Roma), concludiamo segnalando le riproduzioni dei disegni contenuti nel taccuino e riprodotti efficacemente nel volume (soprattutto quelli dei vasi ornamentali sono di grandissimo effetto), insieme a qualche altro schizzo eseguito durante il viaggio e conservato al Museo civico di Bassano del Grappa. [A. VE.] Arte e letteratura ScoTT FrrzcERALD - t un fatto che il costume italiano d'oggi presenti analogie con quello americano degli anni venti. Il parallelo, da più parti registrato, non manca di fascino: le due civiltà, uguali ma sfasate nel tempo, hanno sorprendenti contatti (dagli scandali nazionali al boom dell'automobile) accomunati, nei diversi periodi, da una intensa febbre di vivere che talvolta raggiunge forme d'isterismo collettivo. Il ·caso della felliniana Dolce vita offre sufficienti argomentazioni ... In America, tramontato il mito della belle époque, 125 1;3ibliotecaGino Bianco

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