Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

tanto dai giovani, ma da tutti coloro che delle ultime vicende della nostra più recente storia, serbano forse un vago ricordo o una visione deformata. Il libro deve poi servire anche e sopratutto per dimostrare che è oramai matura l'esigenza di inserire nei programmi di storia delle nostre scuole il periodo che va dal '19 al '47. A riguardo è già stato presentato un disegno di legge. Il nostro augurio è che esso venga discusso e approvato al più presto: allora si potrà dire che il volume avrà raggiunto tutti i suoi scopL [R. C.] Architettura e urbanistica CANOVA- Particolare interesse per gli studiosi napoletani rivestono le note di viaggio che il Canova scrisse, all'età di 23 anni, durante un breve soggiorno a Napoli, dal 27 gennaio al 23 febbraio 1780. Esse sono state pubblicate, a cura di Elena Bassi, - con introduzione, note, cenno biografico e appunto bibliografico - nel secondo quaderno della collana di Fonti e Documenti per la storia dell'arte veneta, diretta da Rodolfo Pallucchini, edito dalla Fondazion-e Cini di Venezia (ANTONIO,CANOVA, I quaderni di viaggio, 17791780, Istituto per la collaborazione culturale, Venezia-Roma, 1959). Come osserva la Bassi - di cui va ricordata in particolare l'attività di ricerca svolta per la rivista « Critica d'Arte » e gli studi s.ul neoclassico pubblicati precedentemente (Giannantonio Selva, architetto veneziano, Cedam, Padova, 1936; e La Gipsoteca di Possagno: sculture e dipinti di Antonio Canova, Neri Pozza, Venezia, 1957) - l'interesse del diario canoviano è rappresentato non soltanto dalla mancanza di enfasi e dall'abbandono con cui il giovane scultore ci fa partecipi delle sue prime esperienze, dei suoi incontri, del suo mondo più intimo, ma soprattutto dal fatto che cc il diario ci conferma che il neoclassicismo fu imposto agli artisti; solo alcuni lo accolsero di buon animo; i più rimasero dubbiosi, almeno inizialmente; lo stesso Canova poi sarebbe stato tra i primi, avviatosi sul cammino delle ricerche, a scoprire l'arte del medioevo, utile per l'elaborazione di varie opere » (pag. X). Il Canova giunge a Napoli, accompagnato dall'amjco architetto Selva, il 27 gennaio 1780: la città aveva acquistato un nuovo volto, per le opere già compiute dai Borboni, e per il nuovo rango di capitale che, ormai da circa un cinquantennio, la poneva alla pari con Madrid, Parigi, Londra e Vienna. Per la diffusione del cosmopolitismo e delle nuove idee, derivanti dall'illuminismo e dalla cultura francese, erano ~tati infranti il torpore culturale ed il provincialismo che per oltre due secoli avevano avvinto la città; e l'autonomia politica aveva significato, sul piano urbanistico, il sorgere di nuove grandi fabbriche che tuttora caratterizzano l'ambiente urbano: così alle ville ed ai luoghi di svago e di caccia che re Carlo aveva costruito presso la capitale o nei « siti reali », per soddisfare la sua passione dominante, si aggiunsero, per pubblica utilità, o, per lo meno, quali abbellimenti della città e nuove benemerenze per la corona, il teatro S. Carlo (1737), l'Albergo dei Poveri (1751), il Foro Carolino (1757-65), i miglioramenti della darsena e 122 Biblioteca Gino Sia.neo

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