Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

gene. Non c'è stata, insomma, in loco, alcuna maturazione di capacità e di volontà imprenditoriali; nè c'è stato, se non in minima parte, un graduale sviluppo di forme economiche dall'uno all'altro dei grandi rami di attività. Il lavoro industriale si è perciò presentato sempre agli abitanti della città come l'allettante ingaggio offerto da ricchi o potenti forestieri; non è stato il momento terminale di una evoluzione che abbia interessato l'intera struttura sociale. I beati possidentes locali sono rimasti tali anche dopo che il boom industriale della città aveva fatto sentire tutti i suoi effetti. La piccola proprietà rurale ha continuato a costituire quel mondo parzialmente chiuso in sè che Ferrarotti ed i suoi collaboratori hanno potuto riscontrare. E così hanno continuato nelle loro tradizioni l'artigianato, il commercio, la piccola industria locale: « nella città dell'arte bianca (la pasta) », notano i nostri autori, cc dei biscotti e della lavorazione del legno, si mangia pasta Barilla, biscotti Motta e si dorme su letti costruiti a Cantù » (pg. 55). In queste condizioni generali, la formazione di un proletariato industriale non poteva che risolversi in ibrido compromesso con la tradizione; una novità acefala e incompiuta ha dovuto trovare la· sua sede nel corpo di t1n'antica tradizione ben consolidata in tutte le sue parti. · Nel senso di queste osservazioni - che procedono da una esperienza diretta dell'ambiente in questione - non ci sembra che Ferrarotti ed i suoi collaboratori offrano indicazioni valide; e in questo senso - che resta pur sempre nell'ambito di una ricerca di sfondo - il loro lavoro ci appare insoddisfacente. Resta tuttavia il fatto positivo costituito dall'aver offerto agli studiosi la diligente sistemazione e la prima interpretazione di una serie di dati e di elementi di grande importanza intorno ad una delle più interessanti fra le città meridionali. f G. G.] Saggistica LEZIONISULL'ANTIFASCISM-OLa Casa Editrice Laterza ha raccolto in volume, con una lucida ed esauriente introduzione di Piergiovanni Permoli, le otto « lezioni-interviste » che ora è un anno il Partito Radicale con l'adesione del Partito Repubblicano e del Partito Socialista organizzò con l'intento di far conoscere alle giovani generazioni il significato degli avvenimenti dai quali è nata l'Italia repubblicana (l'iniziativa è stata ora ripresa lodevolmente a Torino e ci si augura che possa essere diffusa ad altre città italiane, con il concorso di sempre nuovi cc testimoni»). La manifestazione ebbe anche lo scopo di denunciare il fatto che nelle nostre scuole i programmi di storia si arrestano agli eventi del primo conflitto mondiale, mentre il periodo immediatamente suecessivo, quello più trava- · gliato, forse, della nostra storia contemporanea e che ha visto la nascita, l'affermazione e la definitiva caduta del fascismo non costituisce materia di insegnamento. I nostri giovani, quindi, non sanno, per non averlo appreso nella sede più adatta, nei banchi di scuola, cosa abbia rappresentato per il nostro Paese il regime fascista, ed il significato, poi, della lotta antifascista, 120 · Biblioteca Gino Bia •CO

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