L'interessamento di un Gambi per i problemi dei paesaggi agrari, quello di un Nice per la pianificazione territoriale (cfr. Geografia e pianificazione territoriale di Bruno Nice, tra le « Memorie di geografia economica», vol. IX, Napoli, luglio-dicembre 1953), quello di un Toschi o di un Castaldi per le questioni urbanistiche costituiscono forse tutti insieme una indicazione che i.n Italia· ci si sta avviando verso la consapevolezza diretta delle connessioni che passano, o che dovrebbero passare, fra gli studi geografici e la politica di sviluppo? Può darsi. E comunque, anche per rafforzare questa indicazione, se indicazione c'è, ci sembra che si possa concludere la nostra segnalazione con un riferimento alle « memorie illustrative » che - regione per regione, per iniziativa del prof. Colamonico, che dirige il Centro Sttudi di geografia economica del Consiglio Naz1onale delle Ricerche - dovranno accompagnare la pubblicazione dei fogli della carta al 200 mila della utilizzazione del suolo d'Italia: eccezion fatta per le due « memorie >> che sono già state pubblicate - unitamente ai fogli che riguardano l'utilizzazione del suolo in Calabria e Sicilia - queste monografie regionali potrebbero essere considera.te come altrettante occasioni per effettivi e definitivi passi avanti ne1 senso suggerito dal libro di Meynier e auspicato da Desplanques nel suo articolo sulla « Rivista geografica italiana» ( il cc lavoro collettivo » che è necessario per « venire a capo » di un « campo di ricerche per la geografia » che, come quello offerto dai paesaggi agrari del nostro paese, risulta « così vasto e complesso»). [F. C.] FERRAROTTI - Il titolo del libro che F. Ferrarotti, E. Uccelli e C. GiorgiRossf hanno dato al volume da essi pubblicato presso Comunità (La piccola città, Milano 1959) non tragga in inganno il lettore. Ci si potrebbe, infatti, aspettare - con quel titolo - una teorizzazione più o meno completa del fatto urbano considerato nelle sue dimensioni minori; oppure una specie di Miàdletown italiano. Il volume in questione non offre nè l'una nè l'altra cosa. Si tratta, invece, come immediatamente (p. 7) chiarisce la prefazione di _Ferrarotti, di ·una raccolta di cc alcuni elementi per quella prima fase di ogni analisi sociologica nella quale il ricercatore si mette sulla stessa 'lunghezza d'onda ' con l'oggetto, e che indichiamo come la ' ricerca di sfondo ' ». Si può discutere pertanto se il titolo dato al libro fasse il più opportuno; non si può, invece, contestare l'utilità di una raccolta e di una prima sisteffié\zione di « dati per l'analisi sociologica di una comunità meridion~le » (così suona il sottotitolo del libro), quando si condivida - come senz'altro ci sembra da condividere - il rilievo di Ferrarotti che, dal punto di vista della ricerca sociologica, « l'Italia è ancora terra ignota, un pianeta da scoprire » (ivi). Fatta questa premessa, analizziamo brevemente il volume nella struttura con la quale esso si presenta. Lo si può agevolmente dividere in tre parti: -i capp. I e II (pp. 9-28), che costituiscono un'ampia impostazione metodologica del problema; i capp. III-VI (pp. 29-96), che offrono una descrizione del centro preso in esame (Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli) nei 118 · Biblioteca Gino Bianco
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