Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

come in Francia; e ci sarebbe da dire che- c'è una grave divergenza di atteggiamenti fra coloro che sia pure artigianalmente fanno del loro meglio con le libere riviste per aggiornare gli studi italiani e l'Università che è sorda ancora, o tarda, nei confronti di quelle esigenze che in Francia· sono state fatte valere dai Febvre e dai Sauvy, dai Siegfried e dai Friedmann. Ci sarebbe da dire tutto ciò, ma qui ci sembra opportuno limitarsi a sottolineare che anche in questo caso si fa sentire il vuoto di cui dicevamo, il nostro rif11ggire da certi temi, a torto o a ragione ritenuti politicamente o metodologicamente troppo scabrosi per la ricerca storica e più in generale per gli studi di carattere ufficiale. A questo punto, dopo aver per così dire girato agli storici la richiesta d'aiuto che viene da coloro che operano nei .nuovi campi della ricerca sociale e politica, non resta gran che da dire s11lla necessità di approfondire lo studio dei problemi regionali della Calabria dopo l'unificazione, e in pa1ticolare di quelli relativi all'agricoltura, al popolan1ento, alle lotte politiche e ai 1novimenti sociali. Negli anni che vanno dalla cc cueillason du reve » al secondo dopoguerra, nel periodo che si apre con il brigantaggio e si chiude con la riforma agraria in Sila e nei territori ionici contermini, la letteratura meridionalista, da Leopoldo Franchetti a Manlio Rossi Daria, è venuta formulando una serie dj proposte, ognuna delle quali corrispondeva ad un problema. Sono IJroprio questi i problemi della storia del Mezzogiorno, e quindi anche della Calabria - soprattutto della Calabria, for- . se - durante questi anni e attraverso questo periodo; so110 proprio questi i problemi che dovrebbero impeg11are da ora in poi quei nostri_ giovani storici che verso di essi siano spinti dél stimolanti ragioni di ordine morale. Proprio stamane abbiamo ascoltato, -da giovani storici, relazioni che. avevano per oggetto problemi della storia elettora1e ~ e della storia economica in Calabria·. È la via giusta. Noi ci auguriamo che su di essa anche altri possano presto inoltrarsi. Dobbiamo gettare il ponte fra letteratura meridionalista e ricerca storica e non possiamo più rinviare a domani l'inizio degli studi relativi ai problemi della storia meridionale di questo periodo: sia perchè, come abbiamo visto, taluni equivoci ·sono fioriti e fioriscono intorno ad essi, sia percl1è· ormai si deve prendere coscienza del fatto che si tratta di un periodo di cento anni. 111 · Biblioteca Gino Bianco

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