Tra· queste esigenze, appunto, si inseriscon~ quelle che han.no dato luogo alla secon-da delle nostre considerazioni sulla fortuna commerciale del libro di Mack Smith. Perchè, a parte quelli dei marxisti, sono così rari i libri sulle vicende più recenti della storia italiana? Si direbbe qt1asi che anche per i nostri stt1diosi di storia vige la disposizione ministeriale che limita l'insegnamento della storia nei licei alla fine della prima guerra mondiale. E anche le ricerche sulla storia d'Italia fra il 1870 e il 1914, specialmente quelle a carattere regionale, sono rare in proporzione a quelle dedicate a periodi più remoti. Magari non c'è castello e non c'è convento della Calabria, per esempio, di cui qualcuno di quegli amabili eruditi locali la cui razza va ormai scomparendo non abbia esplorato gli angoli più polverosi e illustrato le vicende meno rilevanti. Ma quanti sono i collegi elettorali, le ammin.istrazioni locali di questa regione la cui storia abbia tentato l'animo dei nostri ricercatori? Per la verità sono ora - dopo aver ascoltato le relazioni di stamane, di Guarasci, di Villani, di Cingari - più ottimista a questo proposito di quanto lo fossi quando formulavo questa domanda. Ma il problema che essa sottointende resta. E badate, se io pongo taluni interrogativi con una certa animosità, è solo perchè in base alla mia esperienza nel campo delle ricerche sociali so quanto gravi siano i vuoti che indicavo e come essi pongano lo studioso di determinate discipline in condizioni talvolta addirittura penose. Quando ci è stato chiesto, da parte di studiosi di altri paesi, quale metodo noi intendiamo debba essere seguito per condurre avanti ricerche di carattere politico e sociale, noi, forti di una fondamentale esperienza della cultura italiana, 110nabbiamo esitato a rispondere che non si può intrap~endere alcuna ricerca o politica o sociale se non si conosca storicamente la genesi del problema che ne costitt1isce l"oggetto. Senonchè, quando poi andiamo a vedere, mancano da noi pro-: prio gli studi storici che dovrebbero consentire l'impianto di detenninat.e ricerche. Prova ne sia che, se voi prendete il volume di ricerche che gli studiosi della Fondatiori des sciences politiques hanno dedicato proprio alla Calabria, e se ne scorrete la ricca bibliografia acclusa, potrete constatare quanto esiguo sia il numero delle opere storiche che hanno potuto facilitare quelle ricerche. E del resto perchè di libri come questo in Italia non se ne scrivono quasi mai? Certo, per rispondere a questa domanda, ci sarebbe da fare un altro lungo discorso che non è qui il caso di fare; ci sarebbe da dire che noi in Italia non a·bbiamo ·un Istituto di studi demografici e una Fondazione di scienze politiche 110 Biblioteca Gino Bianco •
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