Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

• . . ritarie d'avanguardia è sparito. Movimenti affini hanno dirottato verso altri porti. Il logoramento degli uomini è arrivato, nel migliore dei casi, alle punte acutamente analizzate da Giovanni Ferrara nel suo articolo A questo punto si comprende perchè circoli per r aria la domanda se, dal punto di vista· dell'organizzazione politica, ci sia ancora per i « liberali.» qualche cosa da fare; e perchè questa domanda non sia semplicemepte l'espressione di uno stato d'animo pessimistico, ma piuttosto il risultato di un esame obiettivo delle rovine che ci circondano. Una maledizione divina particolarmente effìca·ce, d'altra parte, sembra colpire la minoranza laica, cioè quei gruppi - per dirla brevemente sul terreno dei rapporti tra le forze politiche, l'unico, del resto a contare - che non si riconoscono nel socialismo pur cercando la sua colla:borazione nella costruzione dello Stato democratico; che osteggiano ra:- zione politica del partito di maggioranza, pur tenendo ferma la necessità di un nuovo incontro di sviluppo tra laici e cattolici e ritenendo possi- . bile che i cattolici democratici prevalgono nella D.C. sui clerico-conservatori; che combattono decisamente, come diretta avversaria, la concezione ideologica comunista, pur avversando l'anticomunismo di polizia e la discriminazione maccartista tra i cittadini nell'ambito della vita dello Stato. È una maledizione che non si esercita su altre forma·- zioni di minoranza. Partito Liberale, Partito Socialdemocratico, Movimento Sociale sono, infatti, partiti tipicamente di minoranza, perchè la loro funzione, nel nostro sistema politico pluripartitico, è quella precipua di costituire maggioranza, integrando la forza di altri partiti e spostando con ciò stesso l'asse politico del paese, senza alcuna possibilità di diventare maggioranza. Ebbene, se si nota, PLI, PSDI e MSI,· a differenza dei « liberali » nel corso di tre Legislature hanno mante11uto sostanzialmente intatta la loro forza politica, sia pure tra le alterne vicende •che tutti conosciamo. Da· che cosa dipende? Dalle particolari capacità dei loro dirigenti? Dalla particolare lungimiranza della loro azione politica? O non dipende piuttosto dal fatto che queste formazioni corrispondono a schieramenti fisiologici dell'elettorato, nel senso che parti di esso, sia pure piccole, non hanno difficoltà a riconoscersi con naturalezza in un partito conservatore, in un partito social-rifor.: ~ista, e in un partito filo-fascista? · Può ben essere. E indurrebbe a dare risposta positiva anche la vicenda dei partiti monarchici, che dà otto anni sono in continuo calo 9 . . · Biblioteca Gino Bianco •

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