che mentre sul principale quotidiano italiano Panfilo Gentile denunziava la storia di Mack Smith in quanto gli sembrava ispirata da sentimenti settari e da pregit1dizi ideologici come quelli che certi ambienti cc benpensanti » attribuiscono ai ra'dicali italiani, le più rigorose e le più autorevoli confutazioni delle tesi pessimistiche e fatalistiche di Mack . Smith (per cui all'unità conchiusa così come è stata conchiusa dai pro tagonisti del Risorgimento non poteva seguire che il fascismo, malattia dovuta' a una secolare abitudine degli italiani alr autoritarismo e alla corruzione) sono apparse sui settimanali e sulle riviste radicali 2 • Come si spiega questa fredda accoglienza a Mack Smith proprio negli ambienti che sono culturalmente non meno che politicamente più consapevoli delle insufficienze, dei limiti, delle malattie della vita italiana e più risoluti a porvi riparo? Si spiega appunto considerando che non è vero affatto che, come è stato sostenuto da qualche parte, « la scuola storica ottimistica, fiorita nel cinquantennio liberale su ispirazione di Croce, insegnava che l'Italia era un paese ben ordinato e volto al progresso, tra il rigoglio della cultura e lo sviluppo dell'economia, fino a un triste giorno in cui, per cause inesplicabili i fascisti lo invasero per accamparvisi » (sono parole, queste, di Vittorio Gorresio su « Tempo Presente »); e che pertanto la storia d'Italia di Mack Smith è venuta a far giustizia del « mito edificante propagato da Croce» o addirittura a « superare quella visione provinciale che ha sempre mortificato, e ancora oggi mortifica, la vita dell'Italia ». Tutto questo non è vero anzitutto perchè dei grandi storici liberali si può dire che fossero ottimisti soltanto nella misura in cui essi confutarono l'antistorico pessimismo di coloro che avevano intentato astratti processi contro la storia del paese o che fatalisticamente sembravano ritenere immodificabili le sue condizioni naturali; in realtà essi, gli storici liberali, non hanno ma'i taciuto, e nemmeno sottovalutato, le ombre e i vizi presenti nella vita italiana fin dalla costituzione dello Stato unitario (pensate, tra l'altro, ai lavori dello storico di formazione liberale che presiede questa seduta del Congresso, l'amico Cortese, che certo non può essere accusato di aver insegnato che l'Italia era, dopo il Risorgimento, un paese dove le cose scorrevano nel migliore dei modi); nè quelli contratti successivamente per diffusione di malattie europee. Mito, se 2 È da considerarsi anche l'interessantissima e severa critica mossa a Mack Smith da un esperto italiano di cose britanniche, Piero Treves, su u n'altra rivista radicale : « Itinerari » • 107 Bibliot ca Gino Bianco • { -I I
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