Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

dannavano il liberalismo italiano come un cc fantasma» e la storia del paese come una catena di cattive azioni, Federico Chabod e Nino Valeri sono pacatamente intervenuti a dimostrare come essa fosse dettata soltanto da uno stato d'animo - comprensibile, ma affatto contingente -- e destituita perciò di autentico fondamento scientifico. Seconda battuta d'arresto, dunque, nel processo al Risorgimento e alla storia· dell'Italia unita? Liquidazione definitiva di un atteggiamento, già condannato, e solo occasionalmente risorto? Nessuna risposta a queste domande avrebbe senso se non tenesse conto dell'intervento della storiografia marxista, fiorita nella scia delle meditazioni di Antonio Gramsci. Tesi centrale della storiografia marxista italiana sul Risorgimento e sul periodo unitario è quella ormai ben nota, cui si faceva . cenno prima: rivoluzione fallita il Risorgimento, per la incapacità del Partito d'Azione a svolgere una coerente politica giacobina che ponesse in primo pi~no e avviasse a soluzione il problema sociale e politico dei ceti rurali; di qui il vizio d'origine di tutta la _posteriore storia italiana, che ne risulterebbe compromessa fino al punto che i conflitti di classe non possono nor1 a-ddurre al fascismo. Ora non si può negare che merito della storiografia marxista è quello di aver allargato il campo della ricerca storica verso problemi in precedenza sottovalutati, se non addirittura trascurati; ed è suo merito altresì quello di aver proceduto all'accertamento di una serie di dati e di situazioni, generali e particolari, anche locali, che rappresentano un obiettivo contributo proprio per la conoscenza di taluni sfondi della nostra storia dopo il 1860. Potremmo dire anche che c'è una sfida della storiografia marxista che non può e non deve essere ignorata: perchè non c'è dubbio che allo stato sono i marxisti ad aver intrapreso un più organico e continuativo lavoro relativamente ai problemi della storia italiana postrisorgimentale; e ciò facendo avanzano la pretesa di dar vita ad una visione più originale e più vera di quello che l'Italia moderna è stata ieri e continua a . essere oggi. Ed è a questo punto che, dopo averne indicato i meriti, dobbiamo indicare i limiti e i difetti delle tesi gramsciane che alla fioritura di storiografia marxista in Italia hanno dato così vigoroso impulso. Già Federico Chabod rilevò come quelle tesi fosser9 influenzate - e pertanto deformate nel loro valore storiografico - dai problemi politici che si ponevano al movimento socialista e comunista dopo la prima guerra mondiale~ quando Gramsci viveva la sua esperienza di militante e si avvertiva oramai più forte la presenza dei ceti rurali nella lotta 104 Biblioteca Gino Bianco

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