Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

servatori e reazionari di Napoli e di Palermo e delle lòro ramificazioni romane; e che si diffonde poi mediante qualunquismi, laurismi, milazzismi, provincialismi e municipalismi di vario ordjne e grado, dando luogo a quel precario sentimento pubblico nei confronti del Risorgimento che Ansaldo cogliev~ e deplorava nell'articolo che voleva essere di saluto a questo nostro Congresso. Ma non è di questo processo al Risorgimento soltanto che dobbiamo qui preoccuparci. Ce n'è un altro di processi al Risorgimento, che implica un discorso più ampio e più difficile, più impegnativo e più rigoroso: non senza rapporti magari con quello che abbiamo fatto ora intorno al qualunquismo di certi settori anche qualificati della pubblica opinione, ma che dall'analisi dei sentimenti politici ci porta direttamente nel campo della storia della· storiografia, ci trasferisce in sede scientifica e si impone come necessariamente introduttivo rispetto allo studio dei problemi regionali dopo l'unificazione. Mi riferisco qui a quel processo che si è aperto con Oriani e che è proseguito con le riviste fiorentine prima, con la pubblicistica antifascista poi, (Gobetti e Dorso; ma anche con quella fascista, perchè Quilici, per esempio, Dorso diceva sempre di averlo letto con grande interesse e ricavandone preziose indicazioni per i suoi saggi successivi alla Rivoluzione meridionale). In questo processo come sapete, intervenne ad un certo punto Adolfo Omodeo, con la severa sua recensione sulla cc Critica » al Risorginiento senza eroi di Piero Gobetti. Fu allora che il processo subì la prima, importante, battuta d'arresto. D'altra parte, così come Omodeo aveva indicato i limiti e le insufficienze della « storiografia dei giornalisti» {Oriani, Missiroli, Gobetti, Quilici, Fovel, Dorso, ecc.) Croce aveva indicato, nella conclusione della Storia del Regno di Napoli, le insufficienze e i limiti della « storiografia degli agronomi » (Giustino Fortunato); onde si sarebbe potuto ritenere che in sede scientifica un certo pessimismo storiografico era stato liquidato per sempre. Ma venne la guen·a e nello sconfo1to che accompagnò gli eventi del '43, quando si rivelò a quali condizioni il fascismo aveva degradato il paese, fu riaperto il processo al Risorgimento e si cominciò a riscrivere l'anti .. storia d'Italia( si pensi al Fantasma liberale di Giulio Colamarino e alla Antistoria d,Italia di Fabio Cusin). Ma intanto la « storiografia degli agronomi » e il pessimismo naturalistico erano stati smentiti dalla scom.. parsa della malaria (e magari anche qua e là dalle ricercl1e della Gulf -e. dell'ENI); e quanto alla « storiografia dei giornalisti », risorta .come . . « -storiografia della disfatta » ispirata dal pessimismo di coloro che con- ·103 · Biblioteca Gino Bianco

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