Nord e Sud - anno VII - n. 5 - giugno 1960

sqltanto diviene sempre più difficile definire la « corrente » di app~r~ tenenza per alcuni esponenti politici, i quali, come certi calciatori d'alf a classe sono capaci di coprire tt1tti i ruoli, in attacco o in difesa, a destra come a sinistra; ma addirittura siam_oarrivati al punto che per fare u n governo di una data qualificazione sembra suprema eleganza affìdarl o ad un uomo di qualificazione opposta, in vista delle cc garanzie » che_ egli offre agli avversari (intendendosi per tali, beninteso, non quell i militanti in altri partiti, ma qu·elli appartenenti ad altre ~orren~i _del lo stesso partito). Nè si deve dimenticare che il problema stesso si ripropone in sede di sottogoverno, dato che il controllo di enti e società varie è anch'esso oggetto di negoziato politico .fra ·partiti e di dosaggio fra correnti di partito, al pari dei portafogli ministeriali e dei sottosegretariati. In tali condizioni è facile immaginare con quanto entusiasmo un Ministro tecnico di destra si presterebbe a coordinare di bt1on grado la sua azione nel quadro di un impegnato programma di Governo d i ... centro-sinistra. Non soltanto si pone così l'esigenza ovvia per quanto ardua, di far corrispondere, alla formula del governo, una qualificazione corrispondente degli uomini chiamati a costituirlo, ·ma anche qt1ella di pedezionare gli strumenti istituzionali del coordinamento, pro - babilmente nel senso di accentuare quell'aspetto logicamente (ma non costituzionalmente) implicito nel concetto di coordinamento che è i l potere di direzione. Inoltre, resta da vedere S•e i Comitati di Ministri attualmente funzionanti siano tuttora adatti ad assolvere i compiti per eui furono originariamente costituiti; ovvero se un diverso loro raggruppamento non sarebbe più conveniente, alla luce dell'esperienza degli ultimi anni. L'argomento è stato recentemente ripreso dai sindacalisti repubblicani dell'UIL, con la proposta di attribuire al Ministero del Bilancio il compito del coordinamento esecutivo delle direttive di politica economica espresse dal Parlamento e dal ·Governo; di affiancare a tale Ministero un Comitato interministeriale p,er lo sviluppo economico, da costituire in luogo del CIR; di costituire un Comitato centrale per il programma di sviluppo, composto dei Ministri tecnici e delle rappresentanze degli imprenditori e dei lavoratori; di trasferire al Ministero « di coordinamento economico » suddetto una serie di funzioni economiche oggi casualmente, malamente e provvisoriamente esercitate da Ministeri ed enti vari; nonchè di coordinare le attività del CIP, del Comitato per le Partecipazioni Statali,. dell'ISTAT, del Comitato del Credito ecc .. La proposta, come quella che tratta una materia vera- • 99 Biblioteca Gino Bianco

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