Consìgli, nel caso degli enti) serve anch'essa a scoraggiare l'iniziativa~ · mentre funziona da incentivo alla formazione di circuiti chiusi di potere,· che sfociano nell'abuso solo nei pochi casi più gravi, ma che in ogni caso creano una automatica resistenza da parte delle varie amministrazio·ni a qualsiasi tentativo di co-ordinare la loro azione, ove ciò implichi (come sarebbe necessariamente il caso di un pi~no di sviluppo economico) la necessità di rendere conto della propria attività, o di cedere ad altri una parte anche minima della propria competenza esclusiva. Il problema è grosso, e si identifica con quella cc Riforma della Burocrazia » che tutti i partiti d'ordine dicono di a,,ere in cima ai propri pensieri, e che costituiscono « l'oggetto misterioso» per eccellenza della nostra politica. Nel nostro caso l'argomento va affrontato sopratutto sotto l'aspetto del cc coordinamento », di cui si è molto discusso, anche di recente, soJJratutto a proposito di politica meridionalistica. :È appena il caso di ricordare che l'aumento degli interventi pubblici nella vita economica l1a portato alla moltiplicazio11e dei Ministeri tecnici, ed alla nascita di t111amoltitudine di aziende autonome, di enti .e di società con capitale pubblico. Il coordinamento fra .questa pluralità di enti è divenuto difficilissimo. Esso era in passàto ottenuto attraverso l'emanazione, « di concerto » fra du-e o più ministeri, di atti amministrativi a « complessità uguale ». Di recente si è dato impulso ai « Comitati di 1 Ministri », in cui, fermo restando il principio della responsabilità politica distinta a livello di -Consiglio dei Ministri e di Presidenza del Consiglio, si tratta di facilitare praticamente la formazione di decisioni più rapide, in quanto la maggioranza dei pareri può, almeno nella maggior parte dei casi, trascinare _con sè un Ministro in partenza -dissenziente (il quale però può sempre far presente il suo dissenso sia in sede di Comitato che di :Consiglio ,dei Ministri). Si tratta, come si ved,e, di un artificio pratico, e non di una vera soluzione, che rimane t11ttora da scoprire. È evidente quindi che il coordinamento rimane tuttora un fatto politico,· e ciò non può non destare grosse l)reoccupazioni almeno oggi. I/evoluzione {o forse sarebbe più corretto dire l'involuzione) politica più recente ci ha abituato ad acrobazie che erano impensabili solo qualche anno fa. Nell'assegnazione ·-dei -diversi portafogli nell'ambito di ciascun partito non soltanto si effettuano· complicati dosaggi ·(fra senatori e deputati, éc regionali », di cc corrente >> ecc.) fra uomini che con idee spesso opposte, e pur detestandosi cordialmente, militano nella stessa formazione·· politica per amore della pagnotta ideologica; ·-non 98 . Biblioteca Gino Bianco
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