Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

siamo arrivati così non solo alla « Cassa per il Mezzogiorno» ma anche alla norma della. Legge n. 634 del 29 luglio 19 57, con la quale si fissano delle percentuali minime di ripartizione di t aluni investimenti pubblici tra Nord e Mezzogiorno; nor1na, questa, c he se da un punto· di ' vista strettamente economico si presta alle più a 1npie riserve, ha avuto ed ha se non altro un non trascurabile valore di impegno e stiniolo politico. Ma ti confesso, caro Compagna, che quando sen to che ora il Governo regionale della Sicilia chiede che venga, nell'ambito di quella percentuale, fissata una nuova percentuale in fav are dell'Isola, mi sorge il dubbio che noi andiamo a mettere, alla politica economica italiana - che è e deve restare un fatto unitario - limitazioni e vincoli palesemente assurdi; assurdi non certo perchè non sia opportuno e possibile che in Sicilia si localizzi una parte rilevante - e f ors,anche crescente - degli investimenti nel Sud, ma assurdi perchè t olgono all'economia (e anche quella pubblica non deve essere 1neno economia di quella pri- ~ vata) ogni margine di elasticità. Una cosa è poi che esigenze di tal fatta nascano sul terreno della i pianificazione o programmazione nazionale, ar ticolata regionalmente, dello sviluppo; altra cosa è che vengano portat e avanti come istanze politiche, in sede di dibattiti e di deliberazioni politiche. Il problema centrale non nii pare quello di c1· eare tante Regioni, che domanderanno ognuna privilegi e stngolarità di trattamento, in una contesa che non potrà alla fine non favori re le Re gioni economicamente e politicamente più forti, quanto piuttosto quello di imporre, attraverso le forze politiche e sociali concretamente esiste nti e mobilitabili nel Paese, che la politica economica si ponga essa il problema dell' equilibrato sviluppo delle diverse parti del Paese. Io sono convinto che sia opportuno e necessario che si risveglino e si manifesti no nelle singole Regioni italiane fo rze economiche, politiche, sociali e culturali capaci di esprimere, int erpretare e rappresentare i bisogni delle Regioni · stesse, ma devo confessare di avere forti dubbi e riserve sul fatto che ciò possa avvenire grazie all'attuazione del precetto costituzionale relativo alle Regioni. Oggi come oggi, temo anzi che le Regioni diverrebbero un poten,te f attore di spreco delle nostre risorse, che devono nella misura più larga possibile essere utilizzate non tanto in funzione di sollecitazioni perife riche quanto piuttosto nel quadro di una seria programmazione dello s viluppo, unitariamente concepita. :97 Bibliotecaginobianco r

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