Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

cui si è occupata ampiamente la stampa internazionale, è sorto infatti allorchè il Prefetto Correra, com1nissario al Comune, ed il Consiglio di amministrazione dell'Ente sancarliano hanno deciso di togliere dal cartellone lo spettacolo della Tcherina; non prima, quando è stato reso pubblico il documento di condanna della Curia, a firma del vicario generale mons. D'Agnese, che sconsigliava la rappresentazione del Martirio di San Sebastiano. È lo scandalo cioè della maricata autonomia degli organi dello Stato di fronte all'autorità religiosa. Ma come si è gittnti all'assurda decisione che oltre a recare offesa ad una artista di fama mondiale, ha messo in crisi uno dei massimi teatri liric i italiani, ha riaperto in maniera clamorosa il problema della libertà della cultura e dei rapporti tra poteri civili e ambienti ecclesiastici? Quali sono i protagonisti e quali le responsabilità di ciascuno nella vicenda? L'Ente autonomo del San Carlo dipende dal Municipio di Napoli; il sindaco (attualmente il com1nissario prefettizio) è presidente del Consiglio d i amministrazione. Alla direzione del teatro è preposto un sovrintendente, i l comm. Pasquale Di Costanzo, che ricopre l'incarico dal 1945, anno in cui Napoli era ancora sotto il controllo del Governo militare alleato da cui ebbe la prima investitura. La gestione del Di Costanzo conta innegabili successi: dovendo puntare su pochi spettacoli di qualità, dati i minori sussvdi statali di cui gode il San Carlo rispetto ai teatri di Milano e di Ro1na, il sovrintendente si è orientato spesso per rappresentazioni eccezionali, per livello arti - stico e notorietà di interpreti. Il Martirio di San Sebastiano, con testo di D'Annunzio e musica di Debussy, essendo stato scarsamente rappresentato in Italia nella sua forma originaria di opera-ballo, poteva consentire appunto un allestimento esemplare, e la presenza di una interprete di eccezione come la Tcherina, coadiuvata da un gruppo di artisti della cc Comédie française ». Fu in base a considerazioni di questo genere che si decise perciò di inserire,. su consiglio del maestro Guido Pannain, consulente artistico del teatro, i l Martirio nel cartellone della stagione 1959-60, e di prepararne l'allestimento con insolita dovizia di mezzi, assicurandosi la partecipazione della Tcherina, malgrado il parere contrario dell'editore Riccardo Ricciardi, autorevole membro del Consiglio dell'Ente, che volle ribadire anche in questo caso il suo mai smentito antidannunzianesimo. Allorchè però il prograrnma fu conosciuto dalla Curia arcivescovile napoletana (si trattava di un programma che aveva ottenu,to tutte le approvazioni ufficiali, a Napoli e a Roma), nel novembre dello scorso anno, si ebbero le prime proteste dell'autorità ecclesiastica. Un articolo apparso su « La Croce », organo ufficiale dell'Archidiocesi, giudicava sconveni~nte lo spettacolo, sia perchè il testo dannunziano è tra quelli che figurano all'Indice, sia perchè la rievocazione del Santo veniva affidata - così si esprimeva il giornale - « alle ganibe ben tornite di Ludmilla T cherina » . Gli eventi successivi dovevano provare che la presa di posizione dell'organo del cardinale Castaldo sarebbe diventato un vero e proprio « veto », fatto valere attraverso ogni forma di pressione sui dirigenti del teatro e gli organi statali. Il Di Costanzo, dal novembre scorso, si è sforzato di convincere la Curia che sarebbero stati 86 Bibliotecaginobianco

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