Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

za di dare un, compito storico alt unità dei cattolici, in modo da respingere ai margini i ricatti e ai tentativi di rottura della destra clericale? ». Non v'è d-ubbio che la speranza del Ciccardini - che è poi la speranza degli a1nbienti responsabili della Democrazia cristiana - è di far partecipare il maggior numero possibile di cattolici alla vita dello Stato de1nocratico, di sottrarre alla destra - che è quanto dire al pericolo dell'involuzione totalitaria e clericale - quegli ambienti 1noderati e quegli strati dell'elettorato scarsamente politicizzati che sono tradizionalmente inclini a orientare le proprie preferenze più in base a considerazioni di ordine religioso che a precise scelte politiche. In fondo il successo di un partito democristiano dovrebbe basarsi, come in effetti è stato finora, sulla capacità di egemonizzare l'opinione cattolica senza rinunciare alle proprie caratteristiche e al proprio programma politico. Il corisenso dell'opinione cattolica ad un programma democristiano è condizione indispensabile per il su,ccesso di quest'ultimo; e la consapevolezza di ciò può pertanto spiegare la caut~la con cui i dirigenti della D.C. hanno sempre trattato il problema dei difficili rapporti con i gruppi interni di cui si diceva all'inizio di questa riota. Senonchè la destra clericale, di cui quei gruppi sono fiduciari e portavoce all'interno della D.C., si è irripadronita clel 1nito dell'unità dei cattolici clie solo essa ]Jotrebbe garantire, e se ne serve per bloccare le scelte democraticlie del partito: in sostanza la presenza dei gruppi çhe 1ninacciano ad ogni occasione di rompere l'unità politica dei cattolici rischia di creare un diaframma tra la vocazione democratica del partito e la sua capacità di azione politica. Ora una obiettiva considerazione dello stato reale clell' opinione pubblica del paese e del coniplesso degli interessi in gioco dovrebbe, a nostro avviso, far conclitdere eh.e, mentre il proble1na dell'unità dei cattolici ha scarsa ·rilevanza in sè, in un paese che dà appena il 40 per cento dei voti all'unico partito che si richiarria esplicita niente a,i pri1icipi della scuola sociale cristiana e alle tradizioni de-1nocratiche del cattolicesimo politico, l'urtico pericolo reale per la D.C. non consiste nella eventualità senipre 1riinacciata dalla destra clericale di farle perdere alcune frange di elettorato, bensì nel fatto che il mito dell'unità dei cattolici (chè di 1nito, in definitiva, si tratta) si diniostri un peso troppo i-ngombrante riella situazione presente del partito, perchè esso con.sente alla destra clericale e ai gruppi di pressione di giocare r elettorato co11troil partito, gli interessi di ambienti ristretti contro gli inte6 Bibliotecaginobianco

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