Einaudi e i partiti I lettori di « Nord e Su·d » hanno avuto nt1merose occasioni di rilevare l'importanza cl1e noi abbiamo sempre attribuito, e che continuiamo ad attribuire, a quelli che ci è capitato di chiamare una volta i cc problemi istituzionali della democrazia ». A noi sembra che non si possa avere autentica ed ordinata vita democratica se, da t11tte le l)arti politiche, non si abbia una seria consapevolezza di tali problemi: ·il sentimento della libertà o l'esigenza del benessere per tutti non so110 sufficienti a tanto, quando no11 siano sorretti da una coscienza chiara, da u11a sensibilità moderna, di quel che è la vita istit11zionale, di tutte le istituzioni, di un paese democratico. Per questo ci par necessario dare un posto di primo piano all'articolo che Luigi Einaudi ha pubblicato nel cc Corriere della Sera » dello scorso aprile e contraddire puntualmente la visione dei problemi di cui esso è testimonianza. L'articolo di Luigi Einaudi è inficiato e reso caduco da un contrasto di fondo tra la percezione chiara ed esatta che la realtà politica del nostro tempo è una realtà di partiti politici e il vagheggiamento nostalgico di una diversa realtà politica (e cl1e questa sia esistita in passato ed esista tuttora fu9ri d'Italia, oppur no, è, per il momento, di secondaria importanza). È evidente, infatti, che l'Einaudi, il quale afferma che i partiti sono necessari e benefici alla vita politica perchè sh1diano e divulgano. nell'opinione idee e progra1nmi, e perchè raggruppano questa opinione stessa, che altrimenti resterebbe disorientata, intorno a tali idee e programmi; è evidente cl1e questo Einaudi è l'osservatore attento ed intelligente del mondo politico dell'ultimo cinquantennio. Ma è, altresì, evidente che l'Einaudi il quale immagina ,che a lotta elettorale ultimata i partiti possano chiudere bottega e lasciare il posto agli eletti del popolo, è un Einaudi diverso da qu•ello di prima, è un reveur nostalgico, che si pone interamente fuori della realtà ed insegue t1n suo mito meraviglioso ed impossibile. La conseguenza grave di questo contrasto è che il mito finisce col depotenziare il valore e il significato dell'assunzione iniziale dell'importanza e necessità dei partiti politici, col ridurla ad un inchino di convenienza che non ha più alcun senso. E tutto il discorso si risolve in un'ennesima e generica, e, in verità, alquanto vuota ed inutile, polemica contro la concreta situazione politica italiana. La verità è che il riconoscimento dell'importanza e necessità dei partiti è una affermazione più pregna di conseguenze di quanto l'articolo dell'Einaudi non mostri. Poichè esso implica la consapevolezza che questi partiti sono figli dell'avvento delle masse nella vita politica e del suffragio universale, che sono le istituzioni necessarie ed indispensabili di una società democratica moden1a. Il che vuol dire che essi sono assai più che delle macchine elettorali o delle macchine a programmi, che sono lo strumento moderno attraverso cui si organizza e si esprime la opinione politica. Nella più grande democrazia dei nostri tempi, negli Stati Uniti d'America, le cosiddette cc primarie » sono regolate dalla legge dello stato, e ogni cittadino che partecipa ad esse fa, insieme, atto di 68 Bibliotecaginobianco
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