Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

neppure è in grado di appetirli, stretto dalla necessità di affrontare elementari problemi di una vita che è solo fatica; a chi peraltro si chiede un impegno, una responsabilità, una partecipazione sociale, cl1e solo il possesso di questi valori giustificherebbe >>. La scuola dell'obbligo risponde ad una funzione positiva e sociale dello Stato, e perciò è gratuita. Non diversame11te - ha affermato altresì Bauer - può e deve essere· considerata la vasta, multiforme, viva e fresca scuola che è il movimento di cultura popolare, nel quale e col quale il cittadino si fa cosciente e operante. Se è di interesse generale qt1esto processo di elevazione qualitativa del tessuto organico della nazione, lo Stato non può negare i mezzi necessari a che quel processo si svolga intenso e costante. Parole sacrosante; ma a questo punto è chiaro che senza una decisa svolta nella vita pubblica del Paese, e nell'orientamento della classe governante, ben poco ci si può aspettare da questa parte. Ogni sforzo di progresso civile e sociale è legato a tutti gli altri che si compiono nella medesima direzione: con questo, Dio ne guardi, non si vuole allt1dere all'opportunità di politicizzare la cultura popolare, ma ci si limita a constatare che la sua efficacia e le sue prospettjve future restano in misura considerevole subordinate ad un mutamento del clima e dell'azione politica. Certo lo sforzo privato potrebbe essere assai maggiore, se molti uomini di cultura che oggi guardano con indifferenza e fastidio alla cultura popolare deponessero le loro ingiustificate prevenzioni, e si unissero alle iniziative di questo ente operoso e lungimirante, che ha dimostrato la st1a vitalità resistendo a tutte le manomissioni e gli sconquassi della storia patria degli ultimi cinquant'anni. Purtroppo è difficile non essere scettici, se si pensa a certe manifestazioni di sordità della cultura italiana, come quella che ha circondato sinora un'esperienza preziosa e culturalmente ricca quali j Centri di Comunità, e in genere tutte .le attività del movi1nento olivettiano. Anzi, proprio nel pensiero comunitario (che nei Paesi più progrediti è parte integrante e indiscussa degli ideali democratici) esistono importanti spunti per quanto riguarda l'istituzione di centri culturali affidatj alla libera iniziativa dei cittadini, ma a struttura pubblica, garantita e sostenuta dai poteri locali. Migliaia di centri cultt1rali comunitari, funzionanti, con la pubblicità e la gratuità della scuola, in altrettanti paesi e villaggi, sotto il controllo formale e giuridico dei Comuni, e quello sostanziale dei cittadini liberamente attivi, potrebbero costituire la base di una profonda trasformazione della situazione culturale del Paese. Sono prospettive inusitate per l'Italia, ma oggi, in un mondo in rapido movimento, che in vaste zone sta sperimentando coraggiosamente forme nuove di vita sociale, di cooperazione e di circolazione delle idee, appaiono - e molti Io stanno riconoscendo - assai meno utopistiche che non sembrassero anche solo qualche anno addietro. CESARE MANNUCCI 67 Bibliotecaginobianco

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