Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

sono proprio quelli in cui la scuola è più sviluppata e funziona meglio. Cosa comprensibile, perchè l'entità e la qt1alità dell'uno e dell'altro impegno sono da riportare, in definitiva, ad un't1nica fonte: al giudizio che una società dà dell'importanza dell'istr11zione e della cultura in sè stesse, e in rapporto al progresso civile di tutti i suoi membri, e al suo dinamismo democratico. Il giudizio e l'impegno democratico della società italiana - o, per meglio dire, della classe governante attuale - si debbono desumere dalle condizioni in cui si trovano i due settori, della scuola e dell'educazione degli adulti, a quindici anni dalla Liberazione. La situazione della scuola fa venire il sospetto che in tutti questi anni si sia cercato di attuare silenziosamente quel pu11to del programma del 1946 della DC in cui si proclamava che cc lo Stato ha una funzione ausiliaria nel campo della sct1ola » (Gu1no GoNELLA, Il programnia della Democrazia Cristiana per la nuova Costitu,zione, Roma, 1946, pagg. 33 e 77); e che il proposto « piano decennale », che vorrebbe rimediare alle insufficienze più macroscopiche, sia dovuto più alla pressione di fatti esterni - la realtà del MEC, ad esempio, e in genere i crescenti rapporti con altri Paesi, e gli schiaccianti e pericolosi confronti che ne derivano - che a un serio _ripensamento del problema. Comunque stiano le cose, le condizioni presenti della scuola italiana sono, come tutti sanno spaventose, a cominciare da quelle materiali. Mancano, in generale, decine di migliaia di ·aule {che si crede di poter costruire solo nello spazio di dieci anni)· e jn particolare numerosissimi centri sono privi di scuole di qualsiasi tipo, moltissimi altri hanno solo le elementari, altri ancora, specie nel Mezzogiorno, hanno le scuole secondarie meno adatte alle necessità locali. Parecchi edifici scolastici sono cadenti e antiigienici, la maggior parte è priva delle attrezzature e dei sussidi didattici indispensabili ad una scuola moderna ed efficiente. È insufficiente il numero degli insegnanti, che so110 costretti perciò ad occuparsi di classi pletoriche e caotiche, e non possono seguire con l'impegno e la cura necessaria i propri aluru1i. Peggio ancora, è inadegt1ato il livello professionale e culturale di molti insegnanti, soprattutto perchè il trattamento economico che vien loro fatto è così scoraggiante che, alla lunga, nella scuola restano, o vanno, solo le persone dotate di virtù prossime all'eroismo oppure i mediocri, i rassegnati, gli inetti. È gravemente manchevole nei programmi e nei metodi didattici, antiquati e spesso opprimenti, comunque inadatti a stimolare negli alu11ni l'acquisizione di abiti critici e un'adeguata maturazione intellettl1ale e morale, e per nulla preoccupati di prepararli a vivere consapevolmente nel mondo moderno e ad assumere concrete responsabilità civili e sociali. Di fronte a questi mali ormai cronici, quella che è forse l'insufficienza più grave e fondamentale della 11ostra scuola - la brevità del periodo obbligatorio, e il mancato assolvimento di quest'obbligo pur ridotto - finisce per apparire in qualche modo meno dramn1atica di quel che davvero è: e questo è in un certo senso il test decisivo della 60 Bibliotecaginobianco

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