Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

impegnativa attività sanitaria, con il suo nuovo: Ministero, ma sono j · bilanci comunali ad essere gravati dalle cosiddette spese di spedalità. E l'elenco potrebbe continuare, dalle spese giudiziarie a quelle di po:. lizia, ecc., per dimostrare proprio la n~cessità di addivenire alla chiarificazione dei compiti tra Stato e Comune. Tutto il resto della discussione svoltasi al Senato non è servita à nie11te, dal momento che questa necessità di chiarificazione è stata apertamente dimenticata. Per cui, ad esempio il blocco delle sovraimposizioni sui terreni e st1i fabbricati costituirà un sano provvedimento, ma bisognava che ne fosse capovolta l'impostazione nel senso di dare ai Comuni tutte le entrate derivanti da tali imposte e riservare invece allo Stato una piccola compartecipazione per sopperire alle spese di mantenimento del catasto. È stato infatti git1stamente osservato dal Prof. Parra vicini al 3° Convegno di Studi sulla finanza locale, promosso dall'Istituto Lombardo di Studi Sociali a Milano, che in n·essun altro settore produttivo si ritrova 11nacosì stretta connessione di rapporti tra prestazione e controprestazione come quella esistente tra gli enti locali e la proprietà immobiliare. In sostanza, proprio st1 questo piano di prestazione e di controprestazione dovrà essere esaminato il problema fiscale dei Comuni italiani; anche se un ragionamento siffatto farà forse arricciare il naso a chi crede alla generalità dell'imposta e al criterio impositivo che non sia il frutto di un contratto. A parer nostro1 invece, perchè la finanza locale possa diventare chiara e vegeta, occorre che viva di vita propria: questo è il vero, effettivo principio dell'autonomia. I contributi dello Stato finiscono in7 fatti per essere soltanto paternalistiche elargizioni, quando non finiscano addirittura per assumere l'aspetto meno morale di intervento politico e quindi di sollecitazione elettoralistica. La ricerca da parte dei Comt1ni stessi dei mezzi per sopperire alle proprie necessità finanziarie rende l'amministratore più cauto e nello stesso tempo più indipendente. Perchè egli non potrà ovviamente superare quei ]imiti che segnano il confine tra la buona amministrazione e il fiscalismo deteriore: e contemporaneamente dovrà sempre cercare di conciliare la necessità di assicurare i servizi indispensabili ai cittadini con la necessità del bilancio. L'amministratore comunale dovrà sapere quali servizi deve approntare, ed essi dovranno essere sempre ed unicamente quelli della cui necessità sono consapevoli i cittadini del suo Comune: se dovrà badare alla pulizia delle 5trade, che riscuota pur le tasse dovute; se dovrà provvedere all'illuminazione di quelle, è giusto che fissi una quota proporzionale sui cittadini, ecc. Ma ci sono dei servizi che non possono essere pagati con le tasse, e sono quelli a cui lo Stato provvede con imposte generali: l'istruzione, la giustizia, l'ordine pubblico, ecc. Qui la prestazione e la controprestazione non esistono, qui è lo Stato che deve assolvere ai suoi compiti e addossare gli oneri relativi. 51 Bibliotecaginobianco

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