Ecco perchè anche di fronte al problema della finanza locale, pro·- prio perchè si tratta di un problema nazionale, noi meridionali dobbiamo cercare di renderlo meno cc nostro », negando la fiducia ad una classe dirige11te che si è dimostrata incapace di amministrare bene i nostri Comuni. Su questo problema nazionale, però, il proble1na delle finanze comunali ancora non vie11e affrontato con la do·vuta chiarezza. Nel gennaio sco~·soil Senato, seguendo la moda dello « stralcio », ne ha affrontato solo alcuni aspetti, e la disct1ssione che ne è segt1ita è stata come al solito imperniata Sl1lle' terna diatriba delle at1tono-mie. Ancora una volta il governo si è trovato a fronteggiare gli eletti del popolo che non vogliono in ness11na maniera che vengano intaccate alcune potestà d'imperio dei Comuni; ed ancora una volta tutto si è risolto sul piano del compromesso. Sarebbe bene invece che una volta per sempre l'abitudine delle leggine cc stralcio » venisse abbandonata e che si desse mano ad un'ampia decisa riforma della finanza locale. Indubbiamente la legge testè approvata al Senato., e che dovrà passare a Montecitorio, qualcosa di buono promette; ma essa risulta alla fine poco organica proprio perchè non è di eff~tti generali ma speciali. EsaminiaJnola per sommi capi. Prima di tutto essa ha 1)revisto l'abolizione gradt1ale dell'imposta sul vino e11tro il 1962; poi si son disposti il sollievo di 1nolti servizi di pertinenza statale e attualmente a carico dei comuni (es. per le caserme e l'alloggio degli a111Jarte11e11atlila Polizia), contribt1ti dello Stato per le spese di pubblica istruzione, altri contribt1ti per la manute11zione delle strade, maggiori comparteci1)azioni alle ql1ote dell'Imposta Generale sull'Entrata, lin1itazioni alle sovrimposte sui terreni e fabbricati, jnterventi dello Stato per i mutui contratti dai Comuni. Sono, in effetti, provvedimenti piuttosto importanti; ma in sostanza si tratta di palliativi che non servono a risolvere il problema di fondo, e che in alc11ni casi riescono soltanto ad aggravarlo. Per quanto riguarda, ad esempio, l'abolizio11e dell'imposta sui vini, saranno proprio i piccoli Com11ni montani a risentirne i maggiori svantaggi, con la dimin11zione del" loro gettito di e11trate: nè varrà at1mentare la quota di compartecipazione al gettito dell'I.G.E., perchè essa non servirà a compensare la perdita. Qua11to poi all'annoso problema dei servizi da ripartire tra Stato e Comune, esso certo non è stato risolto: dovevano e devono essere stabiliti una volta per sempre i compiti che spettano ai Comuni e quelli che spettano allo Stato, onde si posso110 addossare agli uni o all'altro gli oneri relativi. Stabilire invece dei contributi a favore degli Enti locali per servizi che son prestati dallo Stato, ma a carico dei Comuni, significa soltanto la continuazione del caos. La precisazione dei compiti dello Stato e di q11elli dei Comuni è . più che mai urgente e necessaria, q11ando si pensi che è lo Stato a dirigere la Pubblica Istr11zione, ma è sui Co1nuni che gravano molte spese per quella primaria e secondaria; è lo Stato che decreta una più 50 .... Bibiiotecaginobianco
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