Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

giorni. Questa scelta, a molti decenni dalle prime ava•nguardie europee, è particolarmente pericolosa; e non sempre trova una ragion d'essere come modo di risolvimento dei problemi attuali. Si deve riconoscere, tuttavja, negli artisti napoletani insieme ad una sincerità di cuore e di intelletto, che va sperdendosi nelle manifestazioni d'arte, un preciso ricollegamento alla situazione storica locale, pur nell'impostazione generale di carattere moderno : è quel senso dell'assurdo, quella ricerca drammatica di uno sbocco d'uscita, quell'esibizione del macabro come irrazionale induttore alla vita, che ritornano quali fattori vivi e operanti dalla tradizio-ne del barocco napoletano, innervandosi sulla dialettica tra la vita e la morte, ancora ben presente nell'homo neapolitanus. Il fatto stesso che « Documento-Sud » si avvalga di collaboratori non solo dell'Italia settentrionale, come Baj e Sanguineti, ma bensì europei (J. J. Lebel da Bruxelles, Eduard Jaguer da Parigi, E. L. T. Mesens da Londra), dimostra un apprezzabile desiderio di uscire dalla situazione di narcisismo provincialistico per determinare un collegamento tra il Mezzogiorno e le culture europee. Che poi l'esperimento non abbia - data la mortificante situazione generale - grandi possibilità di fruttificare, è un ~ltro discorso. Da quanto si è visto, iniziative. utili e prodt1ttive come quelle della Galleria Minerva falliscono per mancanza di fede e di sacrificio; mentre fermenti vivi (anche se oscuri), come cc Docu1nento-Sud », si inerpicano per il piano degli impulsi disperati, spesso già in partenza esenti da successo locale. Sono questi i due poli della vita artistica meridionale 11ella ricerca di una sua configurazione. Poli opposti; e tra essi, ben poco rimane soprattutto per iniziativa italiana, e di carattere ufficiale. Ancora dobbiamo sottolineare il contributo dell'Istituto Francese di Napoli, che quest'anno ha organizzato una serie di conferenze pubbliche sull'arte, dagli Impressionisti ai nostri giorni, tenute ,da Ottavio Morisani; e l'attività dell'USIS, che ha in programma una serie di mostre abbinate di artisti napoletani e americani. A parte due avvenimenti per l'arte antica (e cioè l'inaugurazione del Museo cc Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes », e la sistemazione della Galleria del Banco di Napoli dalla sede di via Roma al Museo di Capodimonte), non rimane che parlare di una delle maggiori manifestazioni per l'arte moderna a Napoli dal dopoguerra a oggi: la mostra dei « 25 anni di pittura a1nericana, 1933-1958 », organizzata dall'Ambasciata americana e dal Ministero dell'Istruzione, con l'aiuto fattivo della Sopraintendenza alle Gallerie. Questa mostra dopo Napoli ha toccato Roma, Firenze e Milano, e sarà quindi in Polonia. L'esposizione di quadri americani - secondo t1na scelta di William Eisendrath del City Art Museum di St. Louis - comprende ventinove artisti per un periodo che va dalla grande depressione economica a oggi. A parte rilievi metodologici - quali, la non molto congrua limitazio·ne del panorama a 25 anni, tralasciando artisti molto importanti per le connessioni tra l'arte americana e l'europea, come Macdonald 42 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==