Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

Una Minerva in esilio Già Napoli fu ricca di palazzi, di chiese, di ville stupende, dove l'immaginazione e la maestria degli artisti poteva trovare luogo tra i più celebrati per impegnarsi nella gara con la natura, così da offrire, del bello, una matrice dichiaratamente umana; ora, purtroppo, nel processo di trasmutazione .della città, da centro quasi provinciale d'Ottocento a moderna metropoli, e della metropoli accogliendo più i difetti e i vizi che i pregi e le virtù, Napoli e la Campania, sembrano perdere del tutto la vitale tradizione anteriore, per inserirsi in una situazione esiziale di non-cultura. Altre volte s'è accennato a tali cose, in qt1esta stessa rivista, e si è ricl1iesto da parte delle istituzioni e delle personalità dell'Italia centrale e settentrionale prove concrete di interessamento, affinchè la « depressione» nel campo dell'arte venga lenita, se non completamente risolta. Purtroppo, si deve constatare, a distanza di qualche nano, che tale depressione è un dato attualmente ineliminabile, istituzionalmerite radicato nella situazione locale. Potrebbesi, da qualche parte, ritenere assurda pretesa quella di richiedere un risollevamento della cultura artistica nel Sud; e dirsi che, insomma, anche città artisticamente vive, come Venezia, per bt1ona parte dell'anno sonnecchiano; e così Firenze e le città della provincia toscana, già ricche di fiorente tradizione. Ragioni da non prendersi sottogamba, lo conveniamo, in considerazione, soprattutto, del fatto fondamentale che, oggi, le possibilità di t1no sviluppo nelle arti sono connesse, principalmente, allo sviluppo industriale attraverso le sue attività paraartistiche e la mentalità che ne deriva. Tuttavia, nel caso di Napoli, 1110nsiamo di fronte a un processo di provincializzazione della città (semmai, il contrario); e sopra ogni considerazione si pone l'esi genza di una capitale artistica per tutto il Sud che ne è essenzialmente privo. Dove, infatti, nel Centro e nel Nord, Roma e Milano sono centri propulsori di attività artistiche, nel Sud Napoli allontana le forze migliori, depauperandosi negli uomini come nelle idee. E allora varrà il paragone della ve<?chia signora ritornante solo a tratti all'antico fulgore, e si dovrà ripetere col Croce che, anche per l'arte, nel Mezzogior110 « v'è una storia che non è una storia, un processo che non è un processo perchè a ogni passo interrotto e sconvolto». Insomma, u,na Minerva in esilio. Ecco, a questo proposito, un caso tipico: salutavamo, un anno fa, con piacere l'apertura della Galleria d'arte « Minerva », presso una libreria cittadina, nel nuovo quartiere Carità. La Galleria si proponeva di sprovincializzare il gusto artistico cittadino, mostra,ndo nel contempo la migliore produzione artistica locale ed artisti nazionali e stranieri. Ricordiamo tra l'altro la mostra dei pittori polacchi e quella di alcuni artisti romani d'avanguardia. L'attività proseguì per un anno, mantenendosi su un buon livello qualitativo, accogliendo contempora,neamente opere astratte, postcubiste o tradizionali, ma sempre al di fuori 40 Bibiiotecaginobianco

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