Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

essere assurda. Si deve saper riconoscere apertamente che, nel quadro di un determinato processo di sviluppo temporale dell'industria italiana, I'industrializzaziorie del Sud significa esattamente clirottare parte della «naturale» espansione industriale del Nord verso il Sud (non foss'altro perché quella « naturale » espansione, almeno in parte, è proprio determinata dalla politica di industrializzazione del Sud); e che se al tempo medesimo si intende espandere l'industria del Nord fuori dalle localizzazioni tradizionali ciò potrà attuarsi soltanto nei limiti in cui si saprà impedire alle nuove iniziative di insediarsi nelle attuali zorie di addensamerito industriale. Ciò che invece manca troppo spesso quando si affrontano i problemi della politica di localizzazione industriale è la coscienza - o, almeno, l'aperto riconoscimento - che questa politica, secondo i canoni della· logica prima ancora che della politica economica, comporta la determinazione di priorità, nel tempo e nello spazio: priorità che o vanno perseguite decisamente ed a fondo oppure rimangono pure e semplici velleità, e tutto continua a svolgersi come si svolgerebbe in assenza di qualsiasi politica col peggiorativo, anzi, di molte energie e risorse i11utilmente sprecate. È deprimente come tutt'ora, o forse oggi più cl1e mai, usando ed abusando dei termini di « equilibrio », od u equìlibrato » e consimili, si continuino a contrabbandare pure e semplici contraddizioni, velate di nobili quanto assurde apparenze « egualitarie ». Continuare a favorire le illusioni (proprie od altrui) è deleterio e disonesto. Molto più onesto sarebbe decidersi a dichiarate se si voglia o me110 fare una politica di localizzazione, se l'industrializzazione del Sud appaia oramai obiettivo superato o, comunque, irrilevante. In questo senso, bisogna ammettere, i « piani Roselli » sono a·ssai più onesti e sinceri, ché - almeno entro certi limiti - prendo110 di petto la questione e non l'aggirano con edulcorata demagogia. Nel prossimo numero, con un intervento di Adolfo Battaglia, continuerà la « discussione » aperta da Mario Paggi nel fascicolo di febbraio. 37 Bibiiotecaginobianco

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