Non· v'è dubbio:che situazioni e problemi relativi alla localizzazione · industriale nei due pa·esi sono, in linea di massima, estremamente di~ versi: resta tuttavia da chiedersi se, nonostante tutto, non sia dato di riconoscere alcune affinità e, sopratutto, se alcuni degli strumenti adottati nella politica· di localizzazione britannica non potrebbero essere proficuamente adottati (ed adattati) alle sitùazioni italiane. Ciò che del resto, almeno per quanto riguarda il Mezzogiorno (i cui problemi sono pur sempre diversi, come si è detto, da quelli di una cc depressione » industriale), si è reiteratamente richiesto dalle pagine di cc Nord e Sud», appunto in considerazione dell'affinità degli intenti perseguiti sotto certi rispetti, dalla politica di industrializzazione. Se di problemi di cc congestione » si può parlare, è chiaro che in Italia non ci si potrebbe riferire - a meno di casi minori e singolari ~ che alla regione compresa nel noto cc triangolo industriale ». L'esistenza di una « congestione », tuttavia, parrebbe riegata cc a priori » specie perché, avendosi a· mente jl caso di Londra, nessuno potrebbe sognarsi d-i trattare Milano, o Torino o Genova alla stregua della metropoli oritannica. L'argomento, tuttavia, regge a priori soltanto a prima vista. Non si vede, infatti, perché un problema di cc congestione » debba raggiungere, per manifestarsi, le djmensioni (e la gravità) a suo tempo raggiunte a Londra. E per la verità, anzi, non si vede perché un problema di tal genere debba apertamente manifestarsi per essere preso in considera:zione. La politica dell'area londinese, non si dovrebbe dimenticarlo, è stata una politica di cc correzione » e di « rimedio » ( così come anche in altre grandi aree metropolitane dell'Europa): che abbia avuto successo non c'è dubbio, dal momento che la popolazione londinese è rimasta pressoché invariata: da una quindicina d'anni a questa parte, ed anzi ha accennato a diminuire. Ciò non significa però che essa sia stata·« tempestiva », nel senso che non avrebbe potuto ·essere intrapresa· prima, molto prima che i problemi londinesi si manifestassero con l'asprezza e la gravità che fecero cc precipitare », per così dire, l'inter~ vento pubblico. Per inciso non sarà male ricordare, a questo proposito, che una politica di « decentramento » o « decongestione » è da tempo in atto, sempre in Gran Bretagna, anche nell' a'rea di Glasgow: una città cl1e certamente non ha nulla a che fare con la metropoli londinese ed è- invece assai più agevolmente assimilabile alle nostre grandi città industriali. In breve, non c'è alcun motivo logico per attendere cl1e si prqduca una situazione patologica, dapprima, per proporsi di intervenire poi, tardiva1nente, e di conseguenza molto più costosamente e 31 Bibliotecag inobianco
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