Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

I • IJarliamo degli sviluppi dottrinali e culturali, delle vicende sindacali, della progressiva sclerotizzazione politica e morale della stragrande maggioranza dei quadri direttivi. Abbiamo già accennato alle circostanze che consentono al PCI di superare motivi di crisi così forti e drammatici. Abbiamo anche veduto il costo del logoramento del partito in termini di forza organizzata e attiva. Ma il PCI resta pur sempre la potenza elettorale di gran lunga maggiore della sinistra italiana e blocca ogni espansione dei partiti democratici, di cui anzi riduce lo spazio, per la lotta su due fronti che essi sono costretti a condurre. Anche su questo è necessario spendere qualche parola. In realtà, esaminato nelle sue componenti, l'elettorato comunista 110n è affatto un organismo immobile o crescente solo per annessioni ' periferiche. Meridionalizzazione e ruralizzazione sono stati fenomeni costanti nella sua distribuzione geografica e sociale dopo il 1946 18 • I Bisogna, inoltre, distinguere una prima fase, fino al 1953, in cui i voti guadagnati nelle campagne e nel Mezzogiorno si sono semplicemente aggiunti a quelli già posseduti nelle città e nelle aree industriali del Centro-Nord; una seconda fase, tra il 1953 e i] 1958, in cui i voti guadagnati nel Mezzogiorno e 11elle campagne sono venuti a sostituire e compensare perdite più o meno sensibili subite nelle città e nelle aree indust1iali nel Centro-Nord; e, infine, una terza fase, apertasi nel 1958, in cui la compensazione tra voti nuovi del Mezzogiorno e delle campagne e voti vecchi delle città e delle aree industriali del Centro-Nord sembra procedere più stancamente o essere addirittura in via di incipiente esaurimento. È qui che si inseriscono possibilità nuove per i partiti democratici di sinistra. L'esperienza francese dimostra che l'elettorato comunista , non è insensibile ad una forte e organizzata pressione dell'opinione , pubblica; e non ~ detto che, come in Fra11cia, q~uesta sensibilità debba necessariamente risolversi a favore di forze la cui democraticità è largamente discutibile. D'altra parte, commenta11do il Congresso di Roma, Gaetano Arfè ha deprecato, e ci sembra a ragione, il cc vezzo di co11siderare il partito comunista come una realtà irnmutabile e impermeabile alle influenze esterne », affermando che cc queste ci sono state a 18 Cfr. 1?. COMPAGNA e V. DE CAPRARIIs, Studi di geografia elettorale (19461958), ediz. Centro Studi « Nord e Sud », Napoli, 1959; G. BRAGA, Il comunismo fra gli italiani, ediz. Comunità, Milano, 1955; E. CARANTI, Sociologia e statistica delle elezioni italiane nel dopoguerra, ed. Studium, Roma, 1954. 28 Bibiiotecaginobianco

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