Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

• possibilità di insediarsi alla direzione della cosa pubblica; hanno portato confusione e discredito in tutte le lotte per la libertà e il progresso che si sono combattute nel nostro paese dal 1946 in poi; hanno reso impossibile quello schieramento unitario di h1tte le sinistre (cattoliche, liberali, radicali, repubblicane, socialdemocratiche e socialiste) che, senza la loro presenza, avrebbe avuto le maggiori opportunità e probabilità di conquistare a sè una larga maggioranza del corpo elettorale italiano; hanno spostato l'interesse della lotta politica verso i problemi di fondo concernenti la natura d-el regime e le possibilità di sopravvivenza della democrazia: e soprattutto hanno imposto alla grande · maggioranza del socialismo italiano i loro temi di lotta e la loro linea politica, precludendo ad esso ogni possibilità di svolgimento verso più democratiche posizioni di responsabilità e di impegno riformatore. Si potrebbe, perciò, ripetere del PCI, considerato come elemento della sinistra italiana, quello che il Machiavelli e il Guicciardini dicevano dello Stato pontificio: che, non abbastanza potente per imporre la propria egemonia su tutta la penisola, era però troppo potente per consentire l'egemonia di qualsiasi altro stato italiano, determinando, in ultima analisi, l'affermazione di una egemonia straniera. Anche per il PCI si pone, infatti, il problema delle possibilità di resistenza al logorio che il corso delle cose e del tempo ha p.rov~cato e provocherà sempre più nella sua compagine e nella sua attualità dottrinale e politica. Partito 11ell'immediato dopoguerra con prospettiv~. eµ conquista del potere a breve scadenza, esso ha dovuto poi non solo rinunziare a queste prospettive, ma adattarsi, nella posizione più dillìcile (una posizione di isolamento e di esilio morale), al gioco lento e snervante di una complessa democrazia parlamentare. Partito come elemento di rottura in una congiuntura di estremo immiserimento economico e di tipica depressione prerivoluzionaria, esso ha dovuto assistere, capace solo di ridicole negazioni e menzogne, ad un processo di sviluppo economico, che nella storia italiana h_a forse il solo precedente dei primi dieci anni ai questo secolo e che sta rapidamente inserendo, come mai prima, il nostro nella comu11ità dei grandi paesi dell'Occidente. Partito come espressione italiana di un fronte internazionale compatto intorno alla figura di un grande capo, ha dovuto poi non solo convenire sulla natura dittatoriale e sanguinaria dell'azione di quel capo, ma ha dovuto anche soffrire crisi dolorose per l'apertura, in quel fronte apparentemente così compatto, di falle rivelatrici e solo empiricamente rimediabili: Jugoslavia, Germania orientale, Polonia, Ungheria. E non 27 Bibiiotecaginobianco

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