Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

coeundi. Ma questa volta la situazione era diversa da quella in cui cadde il precedente Congresso del PCI, e cioè l'VIII, il quale sopravvenne alla brusca liquidazione dello stalinismo., o meglio del mito staliniano, attuata nel XX Congresso del PCUS, e alla dura repressione sovietica della rivoluzione ungherese. Questa volta la nuova impostazione kruscioviana della lotta politica internazionale, il nuovo disgelo della vita inter11a sovietica (meno effimero, a quanto sembra, di quel primo di cui si parlò immediatamente dopo la morte di Stalin), i successi scientifici dell'Unione Sovietica e la sicura certezza con la quale essa ripropone ad ogni piè sospinto la st1a sfida economica all'Occidente assicuravano ai dirigenti comunisti italiani una piattaforma assai più so- .lida che nel passato prossimo per organizzare quell' adaequatio doctrinae et rerum che è fra le primissime esigenze della metodologia comunista. Non sarebbe difficile, e certamente non è interessante, sottolineare le innumerevoli contraddizioni, le mediazioni generiche e superficiali, le contorte e ipocrite esercitazioni dialettiche con le quali i comunisti hanno stabilito di aver risolto i loro cc problemi di dottrina » nel momento attuale: da quel primo che Togliatti sottolineò nella relazione d'apertura, e relativo alla conciliabilità di una politica di distensione con l'asserita natura imperialistica e bellicistica delle forze capitalistiche che dominerebbero il mondo occidentale; a quelli più ardui della collusione con i monarchici e i fascisti, della funzione dei ceti medi nel sistema delle alleanze proletarie, della collaborazione non solo con i cattolici ma con le organizzazioni dei cattolici, del dovere di predicare il fallimento di un sistema economico come quello italiano che si trova da anni in una fase di complessivo e innegabile sviluppo. Qui ci interessa soprattutto fissare qualche punto fermo di importanza maggiore. E innanzitutto questo: che per la prima volta dalla fine della guerra ·ad oggi, sebbene ancora timidamente, i comunisti hanno innovato lo schema gramsciano dell'alleanza tra contadini ed operai, tra sottoproletariato meridionale (o di tipo meridionale) e proletariato settentrionale (o di tipo settentrionale), come strumento unico e sufficiente per marciare verso l'istaurazione di un potere socialista nel nostro paese. La form11lazione forse più netta di questa innovazione è stata quella offerta dall' on. Mario Alicata nel suo intervento, pur senza fare parola (e il fatto è sintomatico) di Gramsci e della sua formula: cc ••• Parte essenziale del leninismo (è) proprio la teoria dell'egemonia della classe operaia, vale a dire la teoria della costruzione del sistema di alleanze necessario alla classe operaia per avanzare verso 14 Bibiiotecaginobianco

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