Nord e Sud - anno VII - n. 4 - maggio 1960

di -lotta e propugnare invece· il passaggio all'intesa tra socialisti e de~ mocristiani assai spesso divisi, sul piano locale, da fierissime rivalità. Così la lotta per le regioni mantiene l'egemonia comunista sullo schiera1nento di sinistra; e nello stesso tempo - poichè gli interessi locali sono sempre molteplici e non sempre facilmente coordinabili con l'interesse generale; e poichè fermenti particolari di rinnovamento (si pensi all'atteggiamento della Sicindustria verso la Confindustria e alle relazioni della prima con il gov-erno Milazzo) non mancano mai - permette di approfondire, non di rado all'insegna di valide giustifìcazioni, le divisioni interne delle forze avversarie e specialmente della DC e di portarne al punto critico le contraddizioni, sicchè resti preparato anche, per ogni evenienza, un forte indebolin1ento di tutta la struttura politica che al comunis1no si oppone. E infine, last but not least, il tema della « nuova maggioranza » con le sue possibilità di immediata, anche se spicciola, realizzazione offre finalmente ai dirigenti comunisti la possibilità di una vitalizzazione dei quadri e della base del partito che giunge quanto mai opportuna dopo che anni di dure lotte e di conclamate vittorie si sono quasi sempre conclusi con l'eliminazione progressiva del P,CI dai vari centri periferici di potere: la sensazione di poter ~scire, e subito, dal tradizionale isolamento e di poter dare il cambio agli avversari è un risultato così benefico per l'organismo di un partito costretto da anni ad una logorante attesa che anche da solo esso vale tutti i rischi delle concessioni che la tattica impone di offrire agli avversari. Una complessa operazione, dunque, .quella volta a realizzare le « nuove maggioranze » : difensiva ed offensiva, politica e psicologica, volta all'interno non meno che all'esterno del PCI; anche se forse essa rappresentava ormai un passaggio quasi obbligato per i comunisti, i cui movimenti verso l'area della sinistra democratica e socialista sono stati da tempo arginati e resi poco efficaci. Solo per convenienza espositiva è possibile posporre, tra i· problemi che il Congresso comunista si è trovato di fronte, quello dell'orientamento ideologico a quello della linea politica: in realtà, quest,ultima è per l'azione comunista un postulato del primo, e una linea politica in tanto è funzionale in quanto è partorita dal rapporto esattamente colto della dottrina con la realtà di fatto. Dall'empirismo e dal1~ innovazione spregiudicata, così congeniali al metodo delle grandi d,emocrazie, il comunismo rilutta per una vera e propria impotentia 13 Bibiiotecaginobianco

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